Il kit della calma

Pubblicato il 25-01-2018

di Marco Grossetti

di Marco Grossetti - La storia di Francis e della sua guerra.
Francis di solito arriva correndo: non saluta battendo il cinque con la mano o regalando un abbraccio come fanno gli altri bambini, corre più forte che può e ti salta in braccio con tutta la sua forza rischiando di farti cadere e urlando parole belle che raccontano la sua gioia.
Poi continua a correre di qua e di là senza pace, prende una macchinina, poi una bambola, pensi che alla fine si sia deciso e abbia scelto un camion e invece lo butta dove capita, riprende la macchinina e poi magari di nuovo la bambola, senza fermarsi un secondo.

Se malauguratamente un altro bambino prende il gioco che vuole lui, Francis se lo riprende strappandoglielo di mano senza dire una parola. Rischia di fare una brutta fine pure chi vince contro di lui in un qualsiasi gioco, ma basta anche solo passargli vicino nel momento in cui arriva al suo piede o alla sua mano il comando di colpire ed una spinta, un calcio o un pugno rendono molto meno felice la giornata di un altro bambino. L’agitazione e l’aggressività di Francis corrispondono al bene e all’amore che non ha ricevuto durante la sua crescita. Volergli e dargli tanto bene non è sufficiente: Francis è come un bicchiere bucato che fa acqua da tutte le parti, l’amore entra e esce un attimo dopo, senza lasciare neanche una piccolissima traccia. Per fortuna Francis ha solo 6 anni e c’è tutto il tempo per fermare la guerra che ha dentro.

Però bisogna fare in fretta, prima che essere cattivo e violento non diventi il suo triste biglietto da visita, facendolo sentire forte e sicuro solo quando diventa aggressivo. Bisogna farlo tutti allo stesso modo, trovando la giusta misura della severità per contenere la sua rabbia e della bontà per restituirgli il nutrimento che non ha ricevuto.
Soprattutto bisogna farlo insieme, perché Francis ha bisogno dell’affetto che può dare solo una mamma e del senso di adeguatezza e accettazione in mezzo agli altri che può trasmettergli soltanto la sua maestra. Per accogliere Francis senza costringere sia lui che noi ad una situazione quotidiana di frustrazione per quello che non riesce a fare, stiamo cambiando anche noi: abbiamo creato uno spazio libero ma strutturato per il gioco simbolico, dove con gli altri bimbi della sua età può mettere in gioco ogni settimana le dinamiche di una famiglia, diventando il papà che soccorre nel cuore della notte la sua bimba affamata in lacrime o il bambino che si lascia coccolare e addormentare dentro una vera culla.

Per farlo staccare dalla macchinina con cui sta giocando quando deve fare i compiti, invece, basta prendere un foglio qualsiasi e disegnare un parcheggio e Francis lascia il gioco tutto contento senza nessuna crisi. Uno zainetto colorato raccoglie gli oggetti per aiutarlo a calmarsi quando qualcosa va storto: dei fogli per disegnare, delle matite colorate, il suo gioco preferito, il barattolo della calma, un lettore mp3 con canzoni di musica classica. È come un kit del pronto soccorso che gli adulti che lo affiancano durante i diversi laboratori portano sempre con sé, pronti a intervenire ogni volta che l’ansia raggiunge il livello di guardia e fare male ad un altro bambino diventa il suo unico modo di stare bene.

Marco Grossetti
FELICIZIA
Rubrica di NUOVO PROGETTO

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