Per andare oltre

Pubblicato il 13-01-2018

di Gabriella Delpero

di Gabriella Delpero - Lati positivi e negativi delle nuove generazioni.
Sento spesso dire che i bambini e i ragazzi di oggi sono molto diversi da quelli di ieri: sono più “svegli”, pronti e informati, più aperti alle novità, più attivi e intraprendenti. C’è una sorta di ammirazione nei loro confronti da parte di alcuni adulti, affascinati ad esempio dall’indubbia disinvoltura con cui i nostri figli e nipoti utilizzano in particolare le nuove tecnologie. Altri, invece, intendono questa “diversità” delle nuove generazioni in senso negativo, lamentandone limiti e lati oscuri: i giovani sarebbero cioè più immaturi ed irresponsabili, superficiali ed egoisti, poco inclini all’impegno e allergici alla fatica. Chi ha ragione? In questo caso essere “diversi” è meglio o è peggio?
Da sempre la specie umana è in evoluzione: cambiano modi di pensare, diventando così capaci di profondi mutamenti spirituali e culturali.

Cambiare quindi è inevitabile! Perciò il rapporto con i bambini e i giovani della nostra epoca – e in fondo di qualsiasi epoca – deve essere fatto di cose nuove e cose antiche, di tradizione e di rinnovamento, di stabilità e di movimento, perché la persona umana è sempre la stessa, ma nello stesso tempo è continua sorgente di novità.
I genitori di Greta, per esempio, descrivono le loro difficoltà di relazione con lei come l’oscillare di un’altalena: ora che la ragazzina ha raggiunto i 14 anni non è certo più il “cucciolo” di un tempo, dolce e tenera, sempre alla ricerca della loro vicinanza e protezione.
Si è fatta invece spigolosa e scostante, cerca di stare il più possibile fuori casa, rivendica il suo bisogno di autonomia, respinge il dialogo e spesso sembra cercare lo scontro, salvo poi accusarli di non capirla in nulla. Loro da una parte la stimano per la sua “crescita”, dall’altra la detestano per i suoi modi; da un lato la cercano, dall’altro la respingono; un po’ si arrabbiano e la rimproverano, un po’ si scusano e promettono premi e regali… ma tra alti e bassi non si raccapezzano più e chiedono l’indicazione di un metodo educativo sicuro da sperimentare subito, perché ora Greta è appunto troppo “diversa” da quella che si aspettavano.

Cosa suggerire a questi genitori? Innanzitutto di rinunciare all’idea di ripristinare il clima precedente in maniera drastica (come soprattutto la mamma avrebbe una gran voglia di fare…) e soprattutto di cercare il giusto equilibrio tra presenza e distacco, tra rispetto della ricerca di indipendenza di Greta e necessità di tenerla ancora un po’ protetta.
Ovvio che un mix di passi avanti e passi indietro, di tentativi andati a vuoto ed errori da correggere è certo più faticoso e scomodo della rigida applicazione di una metodologia suggerita dagli esperti. Ma è sicuramente più efficace. In fondo rimane vero quel che diceva Pascal: «Di solito siamo meglio convinti delle ragioni che troviamo da noi stessi, che di quelle che ci provengono dagli altri».

È abbastanza sterile rimpiangere i tempi passati, quelli in cui i ragazzi sarebbero stati più “facili”, e lamentarsi perché quelli di oggi (forse) non lo sono affatto. Cerchiamo invece di leggere meglio la realtà dei nostri giorni semplicemente per quella che è, né migliore né peggiore di tante altre. E ricordiamo che è inutile puntare all’eliminazione di qualsiasi errore, illudendoci che sia sufficiente applicare una tecnica sperimentata per ottenere successo.

Gabriella Delpero
PSICHE
Rubrica di NUOVO PROGETTO

 

 

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