Contro lo spreco

Pubblicato il 11-12-2017

di Francesca Fabi

di Francesca Fabi - Indignazione e commozione sono facce della stessa medaglia. Possono portare frutto solo se indicano una strada e spingono all’azione. Il cavaliere Danilo Fossati era un imprenditore di lungo corso, patron della Star, una delle aziende alimentari più note in Italia. Nel 1988, commozione e indignazione si allearono di fronte a quello che avveniva negli stabilimenti del gruppo. «Non è possibile – disse Fossati – che si mandino alla distruzione prodotti ancora perfettamente commestibili di fronte ai tanti che, anche in Italia, soffrono la fame. Per me è una bestemmia!». Fossati non si fermò lì e quando un suo dipendente, Davide Celora, gli raccontò l’esperienza spagnola del Banco dos Alimentos, capì che era arrivato il momento di fare qualcosa. Sarebbe bastato poco per combattere gli sprechi, per dare nuova vita agli scarti.

L’esperienza del Banco Alimentare in Italia è nata così: da una parte il sogno di cambiamento di un imprenditore e il suo incontro con don Luigi Giussani, dall’altra la visione della Compagnia delle opere. Le attività della fondazione partirono nel 1989 in un magazzino di Meda, in provincia di Milano. Tra i primi aiuti, 50 bancali di conserve di pomodoro e legumi. Sembrava tanto, ma all’epoca nessuno ancora immaginava cosa sarebbe successo negli anni: l’originalità del modello diventò contagiosa, con decine di sedi nate in ogni angolo di Italia. Modello semplice: la raccolta da parte di aziende e privati di generi alimentari, da ridistribuire in centri ed enti di carità.

Un’ascesa inarrestabile. Ad oggi, ogni anno il Banco recupera e raccoglie circa 80mila tonnellate di alimenti: un milione e duecentomila piatti pronti di cibo cotto e 350 tonnellate di pane e frutta. Aiuti ridistribuiti gratuitamente a 8mila strutture caritative che aiutano circa 1.580.000 persone bisognose in Italia, di cui 135mila bambini da 2 a 7 anni.

Un impegno reso possibile dalla rete di 2mila volontari in tutta Italia. Negli anni, le iniziative si sono moltiplicate. Nel 1997, ad imitazione della Collecte francese, è stata portata in Italia la Giornata Nazionale della Colletta Alimentare, che si svolge a fine novembre in migliaia di supermercati. L’iniziativa non è solo una delle espressioni più feconde dello spirito di solidarietà del nostro Paese, ma anche un fattore di cambiamento della cultura. È grazie anche al lavoro dei volontari del Banco Alimentare se l’Italia si è dotata di leggi fondamentali in chiave anti spreco.

Nel 2003, la legge “del Buon Samaritano” consentì di recuperare i pasti pronti e cotti di mense e grande distribuzione. Così la legge Gadda del 2016 che prevede incentivi e sgravi per le attività commerciali e aziende che decidono di donare l’invenduto. Un nuovo approccio che comincia a farsi strada, coinvolgendo anche multinazionali.

L’ultimo esempio è quello della catena americana di fast food KFC che insieme al Banco Alimentare ha presentato il progetto Harvest per il recupero delle sue eccedenze. Il futuro vedrà altre realtà impegnate su questo fronte: è una certezza. Danilo Fossati in fondo se lo sentiva. Di lui don Giussani scrisse: «Poche volte mi era capitato di incontrare un potente che scegliesse di dare senza chiedere nulla in cambio e mai avevo conosciuto un uomo che desse senza voler apparire.

Il Banco è stata la sua opera. Mai pubblicamente, sempre in punta di piedi, l’ha seguita dal suo nascere».

FOTO: MAX FERRERO

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