Non solo ecologia

Pubblicato il 28-11-2017

di Guido Morganti

di Guido Morganti - Siamo a giugno 1992. A Rio de Janeiro si tiene il summit sull’ecologia. Per quell’occasione dom Luciano Mendes, presidente della Conferenza Episcopale Brasiliana, Michel Sabbah, patriarca Latino di Gerusalemme, Ernesto Olivero, fondatore del Sermig presentano un “appello ecologico” in cui ritroviamo chiavi di lettura tuttora valide e significative.

«L’opera della creazione è bella. Viene da un Dio d’Amore. Nella grandezza e nella bontà del creato, troviamo i riflessi della infinita bellezza di Dio. Dalle sue mani riceviamo la terra affinché gli uomini la sfruttino a servizio dello Sviluppo integrale di tutta l’umanità.

Il mondo è la casa che il Padre ci ha preparato perché la vita umana possa crescere, moltiplicarsi e realizzarsi. Dal nostro cuore si innalza dunque, un inno di gratitudine e lode a Dio per tutti i benefici che ci dona. Siamo chiamati a preservare la natura perché la vita, a tutti i suoi livelli, continui la meravigliosa sinfonia voluta dal Creatore.

In questi ultimi giorni i Capi di Stato di tutto il mondo si sono uniti per promuovere “l’ecologia”. Il centro di tutte queste giuste preoccupazioni deve essere la vita di ogni persona umana e di tutti i popoli della terra.

Non c’è tuttavia autentico atteggiamento ecologico quando ci preoccupiamo degli animali in estinzione ma allo stesso tempo approviamo la sterilizzazione delle persone per evitare la trasmissione della vita, e la morte di quelli che stanno per nascere.

Non basta poi ancora preservare le foreste e lasciar morire di fame milioni di bambini nel mondo: se infatti muoiono per il nostro disinteresse, a che cosa serve loro un ambiente ecologicamente sano?

La coscienza ecologica vera, ci obbliga a promuovere la dignità della persona umana, contro la produzione della miseria, della droga e della guerra. Bisogna che tutti possano vivere con eguali diritti. Non possiamo lasciare il potere in mano a poche Nazioni e, ancor meno, a poche persone: le decisioni per l’umanità devono essere in mano a tutti i popoli. Siamo convocati, così, ad una “ecologia dello Spirito” che aiuti a fare i sacrifici necessari a vivere senza consumismo, a produrre nuove ricchezze da condividere con chi oggi ne è senza. Senza sviluppo miliardi di persone nel migliore dei casi rischiano di condurre una vita umanamente incompleta.

Tutto ciò vuol dire impegnarsi a fondo per ogni vita presente e futura, credere alla vita, dono d’amore di Dio. La gloria di Dio è la vita degli uomini».

L’intreccio di rispetto e dignità della persona e dei popoli, di giustizia, di fratellanza, di pace, di attenzione al creato sono valori che dom Luciano ha continuamente evidenziato nei suoi incontri con il Sermig.

Ne abbiamo raccolte alcune a mo’ di tweet.

#vita. Il rispetto della dignità della persona umana impone dei mutamenti nel nostro modo di vivere: è necessario che impariamo a vivere semplicemente perché gli altri possano semplicemente vivere.

#giustizia. Non si tratta di concedere assistenza ai poveri, ma di creare quelle condizioni che possano permettere agli impoveriti di salire ad un livello di vita e di sviluppo degno. Non basta che diventino soggetti della propria promozione, è necessario che partecipino a costruire una nuova società.

#condivisione. E tu, caro fratello e sorella, che cosa farai per la vita dei milioni di bambini di strada? La loro vita dipende da te, da tutti noi. La loro sofferenza è frutto della nostra ingiustizia, del nostro consumismo. Non siamo capaci di condividere. Dobbiamo imparare a capire lo sguardo, le lacrime, il sorriso dei bimbi abbandonati.

#pace. Le nostre nazioni, cariche d’armi e di violenza, hanno bisogno di imparare la strada del dialogo per la pace, il perdono, il rispetto alla libertà e alla dignità di ogni persona. Impegniamoci alla costruzione di una società più umana e fraterna.

#bambini. Ogni bambino di strada ritroverà la speranza di vivere nella misura in cui noi stessi saremo capaci di vincere l’egoismo e di imparare la vera solidarietà cristiana. (13.12.90; C,11)

#gratuità. All’origine dell’ingiustizia sociale e della violenza c’è l’egoismo dell’uomo, l’avidità dell’avere e del potere, il non tener conto del prossimo, l’uso degli altri. L’unica risposta valida è l’amore gratuito messo in pratica, il dono di sé senza riserve, la stima e il rispetto per ogni essere umano.

#coinvolgimento. Noi forse non possiamo cambiare il mondo, ma cambiare noi stessi sì, e se ognuno lo fa, anche se sembra cosa di poco conto, si crea una società di bene

#inclusione. Il problema non è tanto il “liberare gli oppressi”, ma, come il buon samaritano che si è chinato sull’uomo caduto all’angolo della strada, avere gli occhi ed il cuore aperti per vedere quelli che sono oggi emarginati, lasciati da parte.

#egoismo. Un maggiore desiderio di armonia nelle relazioni umane e di rispetto della natura ci aiutano a combattere contro l’ansia di accumulare beni materiali che si rivela sempre più una malattia endemica che crea disuguaglianza sociale, tensioni e conflitti sempre maggiori.

#speranza. Il mondo continua a presentare delle grandi sfide. Ma il Signore ci dà grande coraggio e forza spirituale per vincere le difficoltà giornaliere. La nostra missione è di aiutare gli altri a “sopravvivere” e a trovare il senso della vita proprio nell’incontro con il Signore e nella gioia di fare del bene.

#fede. Avere una fiducia a fondo perduto in Dio: solo lui è capace di rispondere al nostro grido in cerca di vita piena per tanti esseri che soffrono. La vita è una vita per gli altri. E davanti alle ingiustizie e violenze solo in Dio troviamo la certezza che a loro non mancherà la vita, almeno nell’aldilà, se non adesso. È questo che ci conforta e dà la forza di vivere e lavorare senza sosta.

#carità. Il Signore è buono e ci dà la grazia di vivere un po’ della gioia di essere buoni e fare del bene. Nessuna cosa ci fa rallegrare tanto quanto il poter aiutare gli altri che hanno fame di pane e di amore.

#comunione. Di fronte alla gente che oggi è sempre più isolata, non possiamo che chiedere al Signore che ci dia la gioia di unire le nostre forze e di proclamare il messaggio di Gesù e arrivare ad una società solidale, capace di condividere con gli altri le ricchezze della natura che il Signore ci ha dato.

FOTO: MAX FERRERO

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