Dialogo

Pubblicato il 11-09-2017

di Elisa D’Adamo

Claudio Monge parla ai giovaniL’INCONTRO PERSONALE CHE SI FA AMICIZIA È L’UNICA FORZA IN GRADO DI UNIRE MONDI DIVERSI
Il vero dialogo ci sarà quando non saranno gli affari a farci incontrare ma il desiderio di conoscerci e il rispetto reciproco, quando la solidarietà e la sofferenza si abbracceranno. Il dialogo cammina e porta frutti di pace nella misura in cui fa crescere la giustizia e il perdono.

Fraternità Sermig


UN CRISTIANO NEL MONDO
«Günaydin a tutti». Con questo saluto in lingua turca, che significa “giorno luminoso a te!”, padre Claudio Monge avvia uno dei più densi momenti di incontro della Giornata Mondiale della Pace di Padova.
Il titolo? Religioni: l’incontro possibile.
La platea? Un gruppo di giovani universitari della Diocesi di Padova e una delegazione di ragazzi dell’Arsenale di Madaba, in Giordania.
Padre Monge, in Turchia da 14 anni, responsabile del Centro Domenicano per il Dialogo Interreligioso e Culturale di Istanbul, professore e scrittore, oggi è solo Claudio, un cristiano nel mondo, che racconta la sua esperienza di incontro.
Io non ho scelto la Turchia, ma è la Turchia che ha scelto me. Nel ’96 il mio responsabile provinciale mi chiese di raggiungere la nostra piccola realtà in Turchia. È stata una scelta difficile ma non c’è nessun luogo, per noi domenicani e per noi cristiani, dove siamo fuori posto. Ogni posto è pertinente per il nostro ruolo di testimoni.

Dialogo interreligioso
Dialogos letteralmente significa parola gettata tra due. Fare ponti, questo è il dialogo. Il dialogo rientra nella missione di evangelizzazione della Chiesa e favorisce il rafforzamento della propria identità. Dialogo non significa sincretismo, ma incontro tra fedi diverse per la conversione reciproca all’unico Dio, che parla a tutti.

Dialogo e tutela delle minoranze
In Turchia i cristiani sono una minoranza: meno dello 0,1% della popolazione. La questione è complessa. Secondo me non esiste il dialogo islam-cristianesimo. Nella migliore delle ipotesi, ci sono dei credenti musulmani che possono entrare in contatto con dei credenti cristiani. Storie e persone concrete, non sistemi.

Come abbattere le barriere?
Da dove nasce la chiusura? Incontrando persone e le loro storie! Senza un incontro diretto non c’è dialogo possibile. Le chiusure sono umane perché scatta la paura, ma ricordiamoci che solo incontrando l’altro noi conosciamo fino in fondo noi stessi!

Strumenti educativi per attivare il dialogo
Fate esperienza delle differenze! Evitate ogni appiattimento e godete di questa ricchezza che ci fa crescere. Educare significa prestare attenzione alle persone, prima che alle loro differenze.

Elisa d’Adamo
presso Cinema LUX

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