Testimoni della fede

Pubblicato il 25-05-2017

di Piero Gheddo

di Piero Gheddo - Nel 1973 sono andato in Cina come membro di una commissione della Montedison (sostituendo all’ultimo momento un ammalato). In quel tempo, mentre era in corso la Rivoluzione culturale di Mao, non abbiamo trovato nessuna chiesa aperta: sembrava che la Chiesa in Cina fosse letteralmente scomparsa. Ma dopo la morte di Mao la Chiesa è risorta dalle ceneri. I vecchi cristiani cinesi incominciano a scrivere ai missionari italiani del Pime che erano stati espulsi. Lettere di gente che aveva sperimentato la sofferenza, la persecuzione, il carcere, i campi di lavoro forzato a motivo della propria fede. In quelle lettere spesso i cristiani cinesi chiedevano non denaro, ma oggetti sacri: rosari, immagini della Madonna, medaglie, libri di preghiere.

Sono tornato in Cina una seconda volta nell’estate 1980, insieme con padre Giancarlo Politi. Abbiamo visitato numerose comunità cristiane, proprio nei luoghi dove nel 1973 non avevo trovato nessun segno di presenza cristiana. In una cittadina vicino a Canton, Sheqi, ho incontrato il vescovo e un sacerdote, che avevano fatto rispettivamente venticinque e trentun anni di carcere. Mi dicevano che sono numerose le richieste di non cristiani di entrare a far parte della comunità cristiana. Ho chiesto come mai ci sono queste richieste di conversione. “Noi non predichiamo, ma la nostra vita annunzia il Vangelo. Tutti sanno chi sono i cristiani. Ci hanno visti nei lunghi decenni in cui siamo stati perseguitati, processati e condannati: non abbiamo mai maledetto nessuno, abbiamo sopportato con pazienza, e ora non cerchiamo vendette aiutiamo tutti quelli che sono bisognosi del nostro aiuto”.

Nell’ottobre 2000 una terza visita in Cina. A Canton ho incontrato padre Fernando Cagnin, che dal 1995 presta servizio presso Huiling, un’organizzazione non governativa cinese che si occupa di offrire aiuto e formazione a giovani e adulti con disabilità mentale.

La fondatrice è Meng Weina (foto), ex guardia rossa convertita al cattolicesimo nel 1998. L’inizio dell’attività di Huiling risale al 1985 e ora è presente in 26 città della Cina. Mi racconta padre Fernando: «Se avessi fatto apostolato, celebrato messa in pubblico, distribuito Vangeli o libri di preghiere, mi avrebbero mandato via. Tutti sanno che lavoro non per guadagnare denaro, ma per dare testimonianza della mia fede in Gesù”. Insieme con padre Cagnin ho potuto anche incontrare delle suore che venivano da tutta Canton per una giornata di preghiera e di studio. Vivevano in piccoli gruppetti in appartamenti fra la gente, esercitando ciascuna una professione, un lavoro, interessandosi dei poveri, collaborando con le parrocchie, prendendo contatto con le donne e le famiglie.

Ho chiesto delle riunioni di preti, suore e catechisti, convocate dal governo. “Abbiamo una riunione tutti i giorni. Ci raccontano i crimini e le prepotenze dei popoli cristiani occidentali, i danni che i missionari hanno fatto al popolo cinese. Però queste lezioni finiranno in pochi giorni. Se anche ci fosse qualcosa di vero in quel che dicono, la nostra fede è basata sull’amore a Cristo e sulle esperienze concrete che la fede e la preghiera aiutano a vivere”.

Testimonianze di fede e coraggio che non ho dimenticato. La rinascita della Chiesa in Cina, come in tanti altri Paesi del mondo, parte dal basso.
(tratto dal blog di Piero Gheddo)

Piero Gheddo
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