Quando il municipio celebra la santità

Pubblicato il 29-07-2016

di Rinaldo Canalis

Di Rinaldo Canalis - Nel giorno in cui la Repubblica festeggia i suoi primi 70 anni, Ivan Marusich, sindaco di Volvera, Comune residenziale e agricolo a pochi chilometri da Torino, ha consegnato la cittadinanza benemerita a Maria Asti e a Matteo Marchisio. 70 anni di storia, 70 anni di accoglienza. Un evento significativo sottolineato dalla presenza di tanti concittadini che hanno riempito il salone degli incontri, dell’amministrazione comunale e della banda musicale. Entrambi i premiati sono amici del Sermig, Maria per iniziative portate avanti insieme anni fa, Matteo per il suo sostegno fino ad oggi. L’evento è di quelli che non fanno troppo rumore, ma proprio per questo è importante come il bene che costruisce giorno dopo giorno, al contrario del male che fa cascare tutto all’improvviso con boati e nuvole di polvere.

Su invito del sindaco porto il saluto e il ringraziamento del Sermig, in particolare per gli aiuti inviati da Matteo sotto forma di volontari che fin dal 1994, data di avvio del Villaggio Globale, il braccio operativo delle Re.Te. (Restituzione tecnologica), hanno preparato e caricato decine e decine di tir riempiendoli di aiuti umanitari in partenza dalla sede di Cumiana. In media 400 tonnellate ogni anno frutto di donazioni e restituzioni. Alcune di queste persone sono oggi all’opera nell’Arsenale del Cielo e fanno festa con noi. Matteo è un uomo di sofferenza, oltre che di impegno. Già, perché a 80 anni compiuti da poco si cimenta ancora in nuove sfide di carità nonostante un blocco quasi completo delle sue articolazioni. Più che camminare si trascina con le stampelle e per guardarti con i suoi splendidi occhi deve sollevare la testa con fatica. Qualche tempo fa mi aveva accompagnato in macchina da una famiglia che aveva trovato una precaria sistemazione nella campagna di Volvera. Dopo l’incontro era subito partito il tam tam della solidarietà. Energia elettrica fornita con pannelli fotovoltaici per più di un kw, relativi inverter e regolatori di carica, batterie di accumulo energia, lamiere per coperture, polietilene per coprire le serre in modo da rendere più agevole la produzione verdure da vendere nell’ambito, anche, di Emporio Speranza, (volontariato Sermig che aiuta a mettere in contatto piccoli produttori agricoli con consumatori sensibili al discorso di nuovi lavori legati alla terra); e poi ancora con una motofalciatrice e analisi delle acque dei pozzi.

Per Matteo, e per tanti altri come lui, cose già provate e sperimentate fin dagli anni ’60. Con il Gruppo Carità accoglie persone senza reddito che campano andando a spigolare e rammendare nelle cascine. Poi negli anni ’70 con l’arrivo dell’immigrazione dal sud si moltiplicano le persone in difficoltà. Sono tante le famiglie in mezzo alla strada, senza riparo. Donne e bambini trovano posto da amici e parenti, gli uomini sono sistemati provvisoriamente in una cascina disabitata in centro che Matteo ottiene dal proprietario. Al posto dei letti e dei materassi si utilizzano le panche dell’oratorio che però la domenica ritornano nella loro sede originaria per i bambini del catechismo, per essere poi riconsegnate prima di sera. Intanto gli anni passano e nelle case popolari i problemi aumentano. Droga, devianza, problemi psichiatrici, ragazzi difficili. Nasce la Campanella. Volontari adeguatamente preparati e motivati li aiutano con animazioni e giochi, li accolgono in locali ristrutturati grazie alla solidarietà del pozzo di san Patrizio. Alla fine il messaggio è chiaro: senza la droga è meglio! Poi è la volta dei profughi albanesi, della guerra in Bosnia. La popolazione manca diutto. Il Sermig lancia un appello per reperire aiuti. Matteo, il Gruppo Carità e alcuni volontari nel giro di una settimana raccolgono, inscatolano e spediscono un tir. E l’elenco potrebbe continuare a lungo.

Ora, non potendo più per motivi di salute raggiungere di persona quelli che lui chiama gli ultimi, raggiunge chi ha ancora un po’ di sensibilità e buona volontà, ma usa il telefono che... quasi fuma, testimoniando che è possibile accogliere in ogni stagione della vita. È per questo che, pensando al riconoscimento che sta per essere consegnato a Maria e Matteo dai loro concittadini, ricordo ai presenti che Volvera, terra di santi e di sante, festeggia oggi dei santi... prima, parafrasando la nota acclamazione santo subito.

Prima, prima di chiuderli in qualche nicchia, mentre sono in vita possiamo trarre da loro e dalle loro opere insegnamenti di vita. Perché Maria e Matteo sono stati e sono così assidui al bene? Perché questi due giovani da più tempo, così possiamo definirli, si sono sentiti amati, ed allora hanno amato, sono andati incontro ai bisogni dei più poveri mettendo in pratica l’invito di Gesù: amatevi come io vi ho amato. Un comandamento, quello dell’amore, che riguarda tutti, che raggiunge tutti.



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