Nel cuore dei giovani

Pubblicato il 03-04-2014

di Serena Sartini

di Serena Sartini - Non bisogna andare troppo indietro con il tempo per vedere come, in appena otto mesi di pontificato, papa Francesco sia entrato prepotentemente nel cuore dei giovani. Le immagini di Rio de Janeiro, lungo la spiaggia di Copacabana, hanno fatto il giro del mondo e sono diventate l’icona del rapporto che il pontefice argentino sta costruendo con i suoi giovani. Giovani della generazione 2.0, giovani che hanno bisogno di speranza e di messaggi di incoraggiamento di fronte a una situazione economica critica e a una disoccupazione galoppante. Giovani troppo spesso scoraggiati nel prendere decisioni importanti per la loro vita: una famiglia, un figlio, una casa.

E il papa risponde proprio invitando i ragazzi a non perdere la speranza, a sognare cose grandi. “Non sotterrate i vostri talenti, non abbiate paura, sognate cose grandi”, ha detto in più occasioni Bergoglio, in perfetto stile Steve Jobs.

Il linguaggio utilizzato dal papa è diretto, efficace, concreto, giovanile. La gestualità, lo stile, le parole utilizzate, a volte anche irriverenti, come quando in Brasile ha invitato i ragazzi a fare casino. Sono la carta vincente di Francesco.

Cari giovani – aveva scritto pochi mesi dopo la sua elezione in un tweet sul profilo Pontifex – non sotterrate i talenti, i doni che Dio vi ha dato! Non abbiate paura di sognare cose grandi!”.

Jorge Mario Bergoglio comincia così, a piccole dosi, a instaurare un rapporto di affetto con i giovani. Non c’è crisi economica che tenga, lo scoraggiamento dovuto alla situazione di instabilità sociale, economica, politica, non può avere la meglio. Di fronte a un quadro a tinte fosche per i giovani di oggi, il papa lancia un filo di speranza e invita le nuove generazioni a non accontentarsi e a guardare avanti. “In questo tempo di crisi – aveva detto durante un’udienza del mercoledì – oggi è importante non chiudersi in se stessi, sotterrando il proprio talento, ma aprirsi, essere solidali, essere attenti all’altro”.

È in terra brasiliana, in occasione della Giornata Mondiale della Gioventù lasciata in eredità da Giovanni Paolo II e da Benedetto XVI, che il legame tra papa Francesco e i giovani diventa sempre più forte e saldo. Tre milioni di ragazzi di tutto il mondo arrivano nella città carioca per abbracciarlo. Centinaia e centinaia di altri giovani sono connessi via web in ogni angolo del mondo per seguire l’evento. È il primo banco di prova del nuovo pontefice con i giovani. Che non viene disatteso.

Vedo in voi la bellezza del volto giovane di Cristo e il mio cuore si riempie di gioia!”, aveva detto Francesco appena giunto a Rio de Janeiro. “Dico a ciascuno di voi – aveva sottolineato rivolgendosi ai giovani – metti fede e la vita avrà un sapore nuovo, la vita avrà una bussola che indica la direzione; metti speranza e ogni giorno sarà illuminato e il tuo orizzonte non sarà più oscuro, ma luminoso; metti amore e la tua esistenza sarà come una casa costruita sulla roccia”.

Da qui, l’invito a prendere in mano la propria vita. “Abbiate il coraggio di andare controcorrente alla cultura efficientista, a questa cultura dello scarto”, aveva ammonito Jorge Mario Bergoglio.

Infine, l’esortazione ad essere “veri atleti di Cristo”. “Diventate costruttori della Chiesa e protagonisti della storia. Per favore: non mettetevi nella coda della storia. Siate protagonisti. Giocate in attacco! Calciate in avanti, costruite un mondo migliore, un mondo di fratelli, un mondo di giustizia, di amore di pace, di fraternità, di solidarietà. Giocate in attacco sempre. Non guadate dal balcone la vita, mettetevi in essa. Gesù non è rimasto nel balcone, si è immerso. Immergetevi in essa come ha fatto Gesù”.

Il papa invita i suoi giovani ad essere in prima linea nel costruire la nuova civiltà dell’amore. “Il Signore ha bisogno di voi. Chiama ciascuno di voi a seguirlo nella sua Chiesa e ad essere missionari”, aveva detto di fronte a tre milioni di ragazzi nella grande veglia a Rio de Janeiro. “Non siate cristiani part-time, o cristiani inamidati, con la puzza al naso”. Frasi dirette, incisive, che si trasformano presto in moniti, in slogan che diventano il manifesto di Francesco per i giovani.

Il papa lascia il Brasile con tre parole e i giovani tornano a casa forti delle parole ricevute dal successore di Pietro. “Andate, senza paura, per servire”. Ora lo sguardo è già verso Cracovia, nel 2016, ma questo papa non ha nessuna intenzione di interrompere il legame instaurato con i giovani e attendere così tanto tempo per lanciare nuovi messaggi. Non è un caso, dunque, che – secondo una indagine dell’Istituto Toniolo – l’83% dei giovani esprima grande apprezzamento nei confronti di Bergoglio, riconoscendosi nel suo linguaggio. Un numero che cresce ulteriormente se si chiede ai giovani cosa pensano di Francesco: nove su dieci rispondono che Bergoglio ispira simpatia.

Speciale - La Chiesa di Francesco 4/5 - NP dicembre 2013

Gli scandali e le polemiche, le dimissioni di Benedetto XVI e l’elezione del nuovo papa. Si chiude un anno storico per la vita dei cristiani e non solo. Gesti, parole, progetti: i germogli di un pontificato.

Serena Sartini, giornalista dell’agenzia Tmnews, ha seguito da vicino le GMG, dal 2000 con Giovanni Paolo II a Francesco nel 2013. Con Daniele Venturi è autrice di Papacabana, e-book che ripercorrere il viaggio del papa a Rio de Janeiro. Il libro è acquistabile in tutte le librerie digitali. Il ricavato sarà destinato al progetto Scuola di Alfabetizzazione in Costa d’Avorio promosso dalla Comunità Missionaria di Villaregia. (comivis.org)

Questo sito utilizza i cookies. Continuando la navigazione acconsenti al loro impiego. Clicca qui per maggiori dettagli

Ok