Padre nostro

Pubblicato il 11-08-2012

di Elisa Paludo

di Elisa Paludo - La Parola che ci presenta Mt 6,1-13 si inquadra nell'insegnamento del come pregare, del come relazionarsi con Dio.


Al tempo di Gesù, forse anche oggi, c'erano delle persone piene di sé e vuote di Dio. Gesù oggi ci parla di come essere pieni di Dio e vuoti di sé.
Gustave Dorè, Il fariseo e il pubblicanoC'era chi pregava per mettersi in mostra e per essere a posto con la coscienza e c'era invece chi pregava perché sentiva la sete di un rapporto vero con Dio.
Essere vuoti di sé: l'immagine che più comprendiamo è quella del bicchiere vuoto. Se un bicchiere è vuoto, ci posso versare dell'acqua fresca. Per gli uomini che hanno il bicchiere già pieno di sé, Dio non può fare nulla, finché non si svuotano e ritorna loro il desiderio di una pienezza.

Non siate simili agli ipocriti
L'ipocrita è pieno di sé, il cristiano invece coltiva il suo vuoto per lasciare spazio a Dio.

Quando tu preghi, entra nella tua camera
Cioè guardati dentro, lascia fuori tutto e tutti per stare solo con Dio. Stare da soli con Dio non è semplice, a volte ci guardiamo dentro e c'è solo il vuoto. Il vuoto fa paura, ci dà angoscia, tristezza, eppure è proprio il vuoto che crea lo spazio per Dio. Un monaco domenicano, Timothy Radcliffe, dice che il vuoto interiore è il trono di Dio. Santa Teresina di Lisieux diceva che più siamo deboli e sperimentiamo il nostro vuoto, più siamo adatti all'azione trasformante di Dio. Quindi è benedetto quel vuoto che sentiamo talvolta o sempre perché permette a Dio di venire ad abitare in noi e ci fa venire la sete di Dio.

Entra nella tua camera
Icona di Gesù che bussa alla portaDio sta alla porta della nostra camera e bussa. Se vogliamo farlo entrare, lui entra e diventa la nostra pienezza, fonte di guarigione dell'anima e di consolazione, presenza che vince il vuoto. Gesù non irrompe mai a forza nella nostra camera, ma confida nel suo potere di attrazione. Gesù sa che il bene attrae. Facciamo un esempio: nel vangelo secondo Luca, Gesù, prima di insegnare il Padre nostro, riceve una richiesta da parte dei discepoli: Signore, insegnaci a pregare. I discepoli vedono Gesù frequentemente in preghiera e nasce in loro il desiderio di pregare come lui. Gesù è attraente e i discepoli vogliono imitarlo nella preghiera, come se si dicessero tra sé: "Se lo fa lui, possiamo farlo anche noi". Probabilmente i discepoli avevano capito che non sapevano pregare, ma pensavano di poter diventare capaci di pregare con l'aiuto di un bravo maestro, di Gesù. "Signore, insegnaci a pregare".

Voi dunque pregate così:
Padre nostro
Padre nostro: queste due semplicissime parole ci rivelano la nostra identità di figli di Dio e fratelli tra noi. Siamo figli di Dio: Gesù mi dà una dignità tale che anche quando mi sento una nullità sono comunque figlio di Dio. E l'aggettivo "nostro" mi rivoluziona la vita, mi dice che non sono più solo, ma attorno a me ho dei fratelli. Dio non solo mi tratta da figlio, ma fa degli altri uomini tutti miei fratelli. Pensiamo ad una ruota di una bicicletta con i raggi. Dio è il perno e noi siamo i raggi. Un unico Padre per tutti fa unità tra gli uomini. Dire "Padre nostro" è accettare di far parte di questa comunione, con Dio e con i fratelli.

Sia santificato il tuo nome
Sia santificato questo tuo nome di Padre che ci rende figli e fratelli tra noi. Fa', Signore, che ogni uomo e donna voglia entrare in questa comunione, e ti conosca con il nome di Padre. Fa' che ogni uomo e donna ti riconosca come il suo Dio.

Venga il tuo regno
Secondo me è il cuore del Padre nostro. Quando sento parlare di regno di Dio mi viene in mente la parabola che racconta Gesù del seme di senape. Il regno di Dio è simile ad un granellino di senape, che è piccolissimo, quasi invisibile, ma quando cresce diventa così grande che gli uccelli possono posarsi tra i suoi rami. Questo seme del regno viene messo da Dio sulla terra che siamo noi. Pregando "venga il tuo regno", è come se dicessimo: Veglia notturnao Dio, mi rendo conto che non so darmi da solo vita piena, allora immetti nella mia vita e nella storia questo seme del regno, cioè una realtà nuova, una potenzialità di cambiamento che prima non c'era.
Noi diciamo "venga il tuo regno" e anche Dio vuole che il suo regno venga, si allarghi e cresca. Dire "Venga il tuo regno" è accompagnare Dio nel suo lavoro costante per far crescere il bene. È come fare il tifo per Dio, sostenerlo, essere dalla sua parte nella sua lotta, nella sua fatica per far vincere l'amore. O Dio, quello che vuoi tu, lo voglio anch'io. Allora mi è facile dire: "Sia fatta la tua volontà".

Sia fatta la tua volontà
Sono sicuro che la tua volontà e non la mia è la cosa migliore che mi potrebbe accadere, è il massimo bene. "Sia fatta la tua volontà": come una cosa bella che io attendo. Qual è la volontà di Dio? La volontà di Dio è che quel seme del regno di Dio, che lui ha piantato e che noi terra abbiamo accolto, trovi le condizioni giuste per germogliare e crescere. "Sia fatta la tua volontà": ti prego che questo seme cresca e porti frutto, che diventi concreto, visibile. Prima il seme è invisibile, ma quando cresce diventa visibile.
Con la metafora del seme il Padre nostro si potrebbe rileggere così:
"Padre nostro che sei nei cieli, vieni a seminare il tuo regno in noi. Fa' che questo seme cresca secondo la tua volontà nella nostra terra, così come l'hai pensato in cielo. Da' ogni giorno a questo seme tutto quello di cui ha bisogno per crescere, fa' che cresca in pace con tutti e liberalo dal male che vuole farlo seccare".
Nella prima parte del Padre nostro, chiediamo che si realizzi il sogno di Dio. Qual è il sogno di Dio? Che ogni uomo sia felice, che anch'io sia felice. Questa felicità è data dal fatto che entriamo all'interno di una comunione con Dio e con i fratelli. Allora pregare è dire a Dio: voglio aiutarti a realizzare il tuo sogno, sono disposto ad aiutarti a far felice gli altri e a far felice anche me.

Uomo che prega dinanzi al pane quotidianoDacci oggi il nostro pane quotidiano
Vedi, Signore, io ti voglio aiutare, ma non ho niente, neppure il pane quotidiano. Non sono nulla, valgo zero, ma quello 0 vicino a te che sei 1 diventa 10 e se ognuno mette il suo 0 vicino a te allora diventa 100, 10.000, 1milione e il regno di Dio allora cresce, il mondo inizia a cambiare, inizia a realizzarsi il tuo sogno di pace e di giustizia, di amore e di felicità per tutti.

Rimetti a noi i nostri debiti, come noi li rimettiamo ai nostri debitori
Per entrare nella logica nuova del regno di Dio, accetto le regole del gioco e cerco di amare gli altri con lo stesso amore con cui mi ami tu, Signore. Capisco che per stabilire il tuo regno di pace e di giustizia devo essere capace di perdono, perché il perdono è la chiave per costruire delle relazioni da fratelli con tutti.

Non ci abbandonare nella tentazione, ma liberaci dal male
Il seme del regno di Dio è minacciato dal male, difendilo Signore, non lasciare che si secchi per l'aridità o che gli uccelli del cielo se lo mangino. Il male come agisce? Il male cerca di farci vedere solo le nostre fatiche, i nostri limiti, il nostro essere inadeguati. È vero, noi siamo terra, ma possiamo accogliere il seme del regno di Dio e farlo germogliare. Il male ci fa avere una visione stretta su di noi e sugli altri, ci fa credere di essere soli. Non permetterlo, Signore, allargaci lo sguardo, così che non vediamo solo noi stessi, ma te e gli altri che sono accanto a noi.
Pregare è allora condividere lo stesso sogno di Gesù che venga il regno di Dio. È dire: Signore, metti qualcosa di nuovo nella storia e nella mia vita, una novità che faccia iniziare un cambiamento. Fa' che il bene si allarghi, che ci siano più amore, più giustizia, pane per tutti, lavoro per tutti, dignità per tutti.

di Elisa Paludo

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