Solidarietà e relazioni a km zero

Pubblicato il 28-03-2013

di Roberto e Cristina Brusamolino

Di Roberto e Cristina Brusamolino - La testimonianza di una famiglia che vive la dimensione della fraternità come chiave per costruire relazioni vere. Quello che siamo oggi come coppia e come famiglia è il frutto di esperienze e di incontri che ci hanno permesso di interrogarci continuamente sul nostro stile di vita fondato sul metodo della fraternità.

Particolarmente importante è stato l’incontro che da ragazzi abbiamo avuto con la Lectio Divina che il cardinal Martini proponeva in Duomo a Milano. È nata in quel momento la convinzione che ognuno – da solo o con gli altri fratelli – può concretamente cambiare il mondo partendo dalla quotidianità della propria vita. Abbiamo imparato che la coerenza dei comportamenti vale più di tante parole e che i nostri piccoli gesti sono importanti. Per noi è stata l’opportunità di verificare se le nostre scelte concrete e quotidiane fossero coerenti con quei valori come la solidarietà, la giustizia e la sobrietà conosciuti durante quel periodo. Crescendo come famiglia ci siamo spesso confrontati su questi temi rendendoci conto che uno dei nodi centrali, sia dal punto di vista della quotidianità che dei grandi sistemi, è il fattore economico. Ogni volta che discutevamo di questi valori con tanti amici ci rendevamo conto che l’elemento concreto più difficile da affrontare era quello dei soldi. Sono nate così una serie di domande importanti come: È possibile usare i nostri soldi con un senso di giustizia nei confronti di tutti i popoli del mondo? È possibile immaginare uno stile di vita che rispetti la dignità di tutti? È possibile essere consumatori e allo stesso tempo vivere la sobrietà? È possibile costruire relazioni di gratuità lasciando da parte la convenienza? È possibile immaginare un modo di con-vivere come famiglia che metta al centro l’attenzione e la qualità delle relazioni reciproche, la priorità della giustizia e della solidarietà e la capacità di rivolgersi verso tutte le altre persone che incontriamo?

Abbiamo cominciato ad affrontare queste domande quando ci siamo ritrovati ad organizzare il nostro matrimonio. Il risultato è stato un matrimonio senza lista nozze, senza macchina noleggiata, ma molto partecipato grazie ai tanti amici che ci hanno aiutato. Un evento a km zero visto che ci siamo sposati nella nostra chiesa parrocchiale e che il pranzo di nozze è stato preparato dalle nostre mamme e dai nostri parenti nei saloni dell’oratorio. Infine partita a carte tra i meno giovani sotto il portico, calcio pomeridiano per i più atletici, anguriata serale e chitarre caldissime con i classici dei nostri cantautori.

Non molto tempo dopo sono entrati in casa nostra, grazie al regalo di un’amica, il primo caffè e il primo the del Commercio Equo e Solidale. Quel caffè stava contemporaneamente entrando anche nelle case di altri nostri amici con cui, nel giro di breve tempo e con il supporto della Caritas della nostra Parrocchia, avremmo piazzato sul sagrato della parrocchia il primo banchetto con i prodotti del Commercio Equo e Solidale. Un’esperienza che per noi si è rivelata fondamentale: abbiamo visto la possibilità di cambiare le cose giorno per giorno, facendo semplicemente la spesa, di offrire una possibilità di sviluppo ai produttori del Sud del Mondo. Un gesto che ognuno di noi può fare, semplice, quotidiano, ma che ha in sé una grande potenza perché va in una direzione opposta rispetto a quella dell’economia tradizionale orientata alla massimizzazione del profitto. Basta ragionare su un dato: per ogni euro che noi consumatori paghiamo acquistando il caffè, al produttore iniziale (in America Latina o in Africa) restano mediamente 3 centesimi (il 3%). Per ogni euro che noi, consumatori finali, paghiamo acquistando il caffè del Commercio Equo e Solidale, al produttore iniziale restano 30 centesimi. I 27 centesimi di differenza segnano la distanza tra la speranza di sopravvivere e la speranza di avere una vita dignitosa e migliore per se stessi e per i propri figli. Ci sono bastati questi pochi dati per capire l’importanza dell’informazione, perché è l’informazione che ci permette di pensare a proposte alternative per un’economia più umana e sostenibile, soprattutto più coerente. Per noi informarci ha significato cambiare il nostro punto di vista e ci ha offerto nuovi strumenti di conoscenza e libertà. L’informazione ha smantellato tanti nostri alibi: per esempio ci ha fatto uscire da quella diffusa convinzione che ci invita alla rassegnazione e che ci fa dire che i nostri piccoli gesti non possono cambiare le cose.

Intanto il nostro cammino è continuato tanto che ogni porta che abbiamo aperto ci ha offerto nuove opportunità. è il caso dei Gruppi di Acquisto Solidale. Noi facciamo parte di uno di questi GAS che ci offre la possibilità di metterci in relazione con altre famiglie, di effettuare acquisiti comuni e di riflettere sulla realizzazione di un’economia più sostenibile e solidale. Oltre ad essere promotore di idee e proposte, questo gruppetto di famiglie è diventato anche una rete di intervento solidale. Quando si presentano situazioni di povertà, l’essere gruppo ci ha permesso di reperire risorse per interventi di emergenza. Con alcuni di questi amici si è costituito un fondo di solidarietà a cui persone in difficoltà momentanea, possono accedere per chiedere un prestito che non potrebbero mai ottenere dalle banche, perché non offrono sufficienti garanzie. È una sorta di microcredito informale su base famigliare che interviene concretamente su altre famiglie che non arrivano a fine mese fornendo loro generi di prima necessità.

Siamo convinti che tutte queste esperienze che abbiamo fatto nella nostra vita non avrebbero potuto verificarsi senza una fraterna condivisione tra noi due e i nostri figli. Ciò non significa affatto che tutto sia filato sempre liscio e tranquillo. Come in tutte le famiglie, anche in casa nostra ci sono stati – e ci sono – frequenti momenti di tensione. Però ne è valsa la pena, anche se facciamo ancora fatica a capire se l’effetto più sorprendente di questi piccoli gesti di solidarietà sia stato il beneficio procurato a chi ne ha bisogno, oppure la ricchezza di amicizie e relazioni fraterne che si sono consolidate. L’importante è pensare come canta Guccini: “Al mondo sono andato, dal mondo son tornato sempre vivo”.


Idea grafica di Giampiero Ferrari

Speciale - PER DIVIDENDO LA FRATERNITÀ 3/6

L’uomo e la sua dignità al centro: l’unica via di uscita dalla crisi economica. Donne e uomini capaci di relazioni, di dialogo, di incontro. Disponibili a mettersi nei panni degli altri, a diventare custodi, a non lasciare nessuno indietro. Nel piccolo come nel grande. La logica del dono diventa stile di vita e modello economico per costruire una società realmente fraterna.

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