La Vergine del segno

Pubblicato il 08-04-2013

di Chiara Dal Corso

di Chiara Dal Corso - Del segno perché si riferisce al passo della scrittura: “il Signore stesso vi darà un segno. Ecco: la vergine concepirà e partorirà un figlio, che chiamerà Emmanuele” (Is. 7,14). Si tratta del più antico modo di raffigurare Maria. Sembra infatti risalire al V sec. d. C. il modello cui essa si ispira, quello dell’orante con le braccia e le mani alzate verso il cielo. È la posizione di chi ama, adora Dio e si aspetta tutto da Lui, come indicano le mani aperte e rivolte verso l’alto. Il gesto di chi attende un dono ed è disponibile a farsene colmare. Lo stesso gesto si può trovare nell’icona della Pentecoste, in coloro che ricevono lo Spirito Santo da Dio.

La posizione del suo corpo, in piedi e con le braccia simmetricamente sollevate, è un evidente rimando al calice dell’ultima cena, nel centro del quale c’è lui, il Bambino, il Dio incarnato. Il calice è simbolo dell’offerta, simbolo di una Madre che si svuota totalmente per lasciare spazio dentro di sé al Figlio.

Il Bambino è in un cerchio, (come si usava a Bisanzio per l’effige dell’imperatore sugli abiti dei suoi funzionari) simbolo di Dio, della sua perfetta armonia. La madre è portatrice di Cristo, portatrice del nuovo Re. Il cerchio è simbolo del Cielo, e lei contiene il Cielo, l’infinito.
Grazie a una giovane donna, alla sua offerta a Dio di tutta se stessa, della sua intera vita, del cuore e del suo corpo, del suo spirito, offerta fatta con amore incondizionato, è stato possibile questo incontro misterioso e sacro tra il Cielo e la terra, tra Dio e l’umanità delle sue creature. Grazie a lei è stata possibile l’incarnazione.

Uova e colori - Rubrica di Nuovo Progetto

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