Gente di Fede

Pubblicato il 07-01-2013

di Corrado Avagnina

di Corrado Avagnina - Un anno per riconquistare l’essenzialità del Vangelo

Arriviamo all’anno della fede, così come siamo. E da cristiani, siamo realisticamente anche in ordine sparso. Con tante esperienze, con tante sensibilità, con tante coloriture, con tanti dubbi, con tante certezze (a seconda). Un input però si fa chiaro, per tutti. Nelle sfide di oggi, dentro un clima secolarizzato che mette alla prova ma anche purifica ed essenzializza, ci tocca un ripensamento, che equivale pure ad una presa di coscienza, ad un bagno di sincerità, ad una prova di trasparenza. In effetti chi siamo, noi, cristiani di questo inizio terzo millennio? Già, non è retorico porre questa domanda.

Lo ripeteva un parroco che ragionava ad alta voce sui cinque battesimi celebrati nell’anno nella sua piccola parrocchia. “Solo uno di questi bimbi aveva genitori cristianamente sposati, gli altri quattro provenivano da realtà di coppia che noi diciamo irregolari, perché conviventi, separati, divorziati, risposati… senza molti segni o segnali di appartenenza ecclesiale o di attenzione alla fede, così come avviene in una comunità credente. Ecco, l’anno della fede dovrebbe anche partire da questi dati seri, complessi, problematici. Perché si chiede il battesimo prima che si sia fatto un qualche passo nella fede stessa, almeno con l’intento di cercarla?”. Già, questo episodio evidenzia una situazione confusa, che spesso trova impreparati o spiazzati. Certo, si può far finta di niente, battezzare e via. Oppure ci si può interrogare e si può interrogare, con rispetto e con franchezza. Senza crociate, senza scomuniche, senza andare per le spicce. Il che però comporta di cambiare parecchio nelle nostre prassi pastorali.

E poi oggi si respira un clima difficile, attorno alla Chiesa. Che mediaticamente rimane, purtroppo, sinonimo di apparato religioso, di istituzione pesante, di mondo chiuso in se stesso, senza contare le disinvolte immagini che vanno per la maggiore, partendo da scandali veri o presunti, da brutte pagine scritte penosamente appunto da uomini di Chiesa nelle loro sbandate. E poi, nell’opinione pubblica, resiste e talvolta si incentiva quell’assunto per cui la Chiesa sarebbe incredibilmente un potere accanto ad altri poteri… con tutto ciò che questa distorsione comporta. Ecco, l’anno della fede non può non tener corto di questa altra zavorra che condiziona un percorso nitido verso il Dio di Gesù Cristo, che salva e perdona, che cerca tutti a cominciare dagli ultimi, che cinge il grembiale per farsi carico di ogni uomo… Più che mai sentiamo il bisogno di andare a rintracciare la Chiesa là dove accade, cioè dove risuona con forza e con delicatezza l’annuncio che “Il Signore è risorto!”, e lì nasce una comunione ove si è tutti discepoli dell’unico Maestro, senza scampo. Se questo è decisivo, occorre rimettersi in cammino prendendo le mosse da una simile esperienza. Chiedendo alla Chiesa, nel suo insieme, di ripensarsi sotto questo profilo, ineludibile.

Ma all’anno della fede giungiamo pure con altre situazioni controverse. Ad esempio, pur nella secolarizzazione che ci segna, spopolano esperienze religiose discutibili, che fanno leva su devozioni poco equilibrate, su emozioni tratte da visionari di varia estrazione, su fanatismi ricorrenti incentivati da questo o quel personaggio, con questo o quell’espediente di richiamo anche apocalittico… Sono fenomeni un po’ sotterranei, un po’ carsici, talora riemergono, sorprendono, stupiscono, affascinano. E non si sa dove possano portare e se aiutino la fede o la complichino. Eppure nelle nostre mani c’è già tutto quanto basta per essere credenti e credibili, dalla Parola all’Eucaristia. Già, ma oggi il Vangelo non impressiona più, mentre si preferisce rifugiarsi là dove risuonano spunti per lo meno forzati, religiosamente parlando, in un rincorrersi di suggestioni che, queste sì, impressionano pure noi che ci ragioniamo su e che non le avremmo messe in conto (con questi chiari di luna).
Insomma, abbiamo proprio bisogno di un anno della fede, e forse anche più di un anno.

Questo sito utilizza i cookies. Continuando la navigazione acconsenti al loro impiego. Clicca qui per maggiori dettagli

Ok