Occhi, orecchi… o pensieri?

Pubblicato il 14-08-2012

di Gabriella Delpero

Di Gabriella Delpero - Dopo esserci abituati a cogliere in flagrante la nostra mente quando formula in automatico pensieri negativi, conviene che ci impegniamo anche a spiarla mentre si precipita ad esprimere giudizi spietati ed inappellabili su persone e avvenimenti. Se ci pensiamo un attimo, infatti, ci accorgiamo che siamo portati a trasformare la semplice impressione ricevuta nell’incontro con un nostro simile in un’opinione definitiva nei suoi confronti.
Ma un’impressione non è ancora un pensiero: è solo un insieme di informazioni raccolte dai nostri occhi o dalle nostre orecchie.
Bisogna farle passare per la testa queste informazioni, tradurle in parole pensate e scelte con cura, perché diventino occasione di dialogo e confronto all’interno di noi stessi (prima ancora di essere eventualmente pronunciate). Lo stesso deve avvenire quando ci troviamo di fronte alle migliaia di immagini – sempre più veloci, parziali, ripetute, crude, false – che a getto continuo ci giungono ad ogni ora del giorno e della notte dai vari mass media. Ne siamo letteralmente sommersi, riempiti, circondati.
E chiaramente la quantità e la rapidità non facilitano certo il passaggio attraverso la mente. Impossibile sottrarsi, direte. No: occorre solo decidere di dare un taglio drastico alle troppe impressioni e sensazioni in entrata, selezionarle, assegnare a quelle che restano un’area limitata e regalare così lo spazio rimasto libero ai pensieri più intimi e profondi.

GENITORI E FIGLI – Rubrica di Nuovo Progetto
Gabriella Delpero - Neuro psichiatra infantile

 

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