A che cosa dobbiamo fare attenzione per proseguire sicuri il nostro viaggio?

Pubblicato il 15-08-2012

di Gabriella Delpero

di Gabriella Delpero - Può darsi che non ce ne accorgiamo neanche più, ma viviamo costantemente assediati da immagini, luci, suoni, parole, notizie, insomma da ogni forma di sollecitazione visiva o uditiva. Naturalmente lo scopo di questo bombardamento di stimoli è quello di catturare la nostra attenzione per motivi commerciali, pubblicitari, economici.

Ma siamo in realtà anche noi stessi ad esserci convinti dell’assoluta necessità di tenerci sempre informati su ogni minimo avvenimento, vicino o lontano. Per non parlare del bisogno di saperci in contatto continuo con familiari, amici, colleghi. Viviamo in connessione permanente. La nostra attenzione è oggi tutta orientata alla meta della comunicazione ininterrotta.

Ma tutto questo ha affinato nel tempo la nostra capacità di dialogo e di ascolto? Ci ha aiutati ad essere più aperti, disponibili al confronto? Ha aumentato la nostra conoscenza di noi stessi e degli altri?
Forse dovremmo riflettere su che cosa significhi veramente porre attenzione: è l’atteggiamento di chi si concentra, dirige la sua mente ed è interiormente teso verso qualcosa. È un movimento dell’intero essere umano in direzione di ciò che in quel momento veramente conta. Perciò è sempre anche un movimento in direzione del proprio cuore, che ci fa vedere meglio su cosa fissiamo i desideri più profondi. Nel viaggio interiore si avanza nella misura in cui si orienta l’attenzione verso il proprio mondo interno, rimanendo lucidamente presenti a se stessi. Anche la Scrittura lo raccomanda: “Sii attento a te stesso” (cfr. Dt 15, 9).

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Rubrica di Nuovo Progetto

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