Non dobbiamo voltare faccia

Pubblicato il 15-04-2017

di Cesare Falletti

Cesare Falleti - CUORE PUROdi Cesare Falletti - “Sei andato a vedere Silence?”. “Ne avrei voglia, ma ho paura di trovarci scene di violenza che non potrei sopportare”. Mi è successo spesso di sentire questa risposta quando si parla di quel film in cui raffinate torture cercano di smantellare l’opera evangelizzatrice dei missionari gesuiti in Giappone. La violenza, anche oggi, ci circonda da tutte le parti e con volti sempre assurdi. E sappiamo bene che ancora oggi i cristiani in molti, troppi, posti soffrono una persecuzione e odio violenti. L’altro giorno parlavo con un indiano di Orissa, che ha avuto molti amici ammazzati al momento delle violente campagne anticristiane di quella regione dell’India qualche anno fa. Cose che abbiamo letto sui giornali o, magari, visto alla televisione.

Mi ha colpito però come ne parlava con serenità, senza rabbia, senza accusare e senza scoraggiamento. Solo dolore. La violenza è sempre ingiustificabile, ma quella per motivi religiosi lo è ancor di più; è criminale, perché vuole colpire ciò che nella persona umana, uomini e donne, vi è di più profondo, vitale e, penso, di più bello. Eppure neppure questa violenza assurda ha diritto di generare altra violenza, di rovinare il cuore dell’uomo con l’odio. Ascoltando racconti, vedendo tante immagini non si può fare a meno di pensare all’Agnello condotto al macello. E l’Agnello è Gesù, che prendendo su di sé la Croce, segno dell’odio e della malvagità del cuore dell’uomo diventato segno del massimo amore, ci ha riconciliati. Non possiamo più, perciò, lasciare in noi abitare una reazione di odio, anche se questi fratelli e sorelle torturati e ammazzati restano un grosso scandalo e una ferita nella carne dell’umanità, che ci fa sanguinare tutti. Non dobbiamo voltare la faccia e non guardare, come se non succedesse niente, come se ad essere testimoni facessimo aumentare la dose di violenza. I nostri occhi sono fatti per guardare, compatire, piangere, incoraggiare, ma anche lottare; infatti gli occhi hanno un passaggio segreto verso il cuore del cuore, là dove si giocano i destini del mondo molto più che non sulle tavole delle sale di grandi congressi. Ognuno deve lottare con se stesso, per rimanere libero dall’incantamento che provoca la vista del male, quasi in modo ipnotico, e che, alla fine, dà un gusto morboso. Questa libertà permette la lotta segreta del cuore, che vince contro tutte le complicità che possiamo avere col male, e tutto il profitto malsano che rischiamo di trarne, non per il nostro bene, ma per il nostro male. Perché non solo il male altrui ci affascina, ma anche il nostro.

Scena dal film SilenceEppure vedere dei fratelli che lottano, fermi nella fede, e anche quelli che soccombono vinti dalla compassione o anche dalla paura (qualcosa di così umano!) ci ferisce, ma di una buona ferita. Nessuno di noi, certamente può dire “Io al suo posto...”. Non conosciamo né la grazia, né la fragilità che ci abitano. Possiamo solo avere un sentimento di riconoscenza, perché la nostra pace, la nostra serenità, il nostro coraggio quotidiano, vengono da loro. Sì, anche da Giuda, anche lui con una buona dose di sofferenza, perché guardandolo speriamo contro ogni speranza. Se lo abbandonassimo precipiteremmo nel buio. E questa speranza è per noi vita, sale che dà sapore, lievito che ci fa crescere e rimanere umili. Nulla può abbattere un uomo, perché l’amore e la sua compagna, la speranza, sono più forti della morte. Un chicco di grano caduto in terra che muore porta molto frutto; questo ci dice che la vita è inarrestabile: per questo mai la persona umana cesserà di seminare e credere nella vita. Vedere le scene di tortura di cristiani non conduce al sadismo, ad un piacere torbido, ma al constatare che ciò che è vivo e vero traversa le onde agitate della storia, che non si arrestano mai, ma non vincono mai.

Cesare Falletti
CUORE PURO
Rubrica di NUOVO PROGETTO

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