Felici di far felici gli altri

Pubblicato il 16-06-2015

di Redazione Sermig

Il titolo della festa di fine anno dell’Arsenale dell’Incontro che si è svolta mercoledì 10 giugno sintetizza bene quello che abbiamo vissuto. Oltre 80 bambini e ragazzi diversamente abili si sono alternati sul palco in canti, danze, una recita e uno sketch per raccontare nei fatti che un mondo nuovo è possibile, che la pace dipende dalle scelte quotidiane e ci chiede di metterci in gioco con quello che siamo e quello che abbiamo, per testimoniare che i bambini e i giovani sono la speranza per il futuro e la chiave per il cambiamento e che le diversità non sono ostacoli ma una ricchezza. Lo hanno detto con le parole e con i gesti, ma soprattutto con i loro sguardi, felici di far felici i tantissimi che li stavano guardando.

Tra il pubblico, autorità e gente comune, bambini, giovani e adulti di nazionalità e fedi diverse, tutti stupiti e commossi nel vedere un’ora di spettacolo senza intoppi né interruzioni, curato nei minimi dettagli perché potesse toccare il cuore di tutti, semplice ma ricco di idee e contenuti importanti. Uno spettacolo portato avanti in tutto e per tutto da bimbi e ragazzi su cui pochissimi avrebbero scommesso, ma che amati e accolti hanno tirato fuori il meglio di sé. A guardarli tanti si sono chiesti: “Siete proprio sicuri che siano disabili? Non avrei mai pensato che potesse avvenire una cosa del genere…”. Qualche muro è caduto e qualche distanza si è un po’ colmata.

Durante l’incontro abbiamo condiviso anche il gesto della restituzione perché le parole e la commozione potessero diventare subito vita concreta per tanti. Poi abbiamo ascoltato le parole di gratitudine e di incoraggiamento per il lavoro e la presenza dell’Arsenale dell’Incontro da parte del Governatore di Madaba, padrino della festa, e del Vescovo Latino in Giordania, Mons. Maroun Lahham. Al termine ogni studente ha ricevuto l’attestato di frequenza per l’anno scolastico appena concluso e la stretta di mano tra il Governatore, il Vescovo ed Ernesto Olivero arrivato dall’Italia per condividere con noi questo momento importante. La commozione e la gioia di tutti si toccavano con mano. Moltissime delle persone che abbiamo ringraziato per essere venute ci hanno risposto: “Siamo noi a dover ringraziare voi per quello che abbiamo ricevuto oggi! Questa casa per noi e per la nostra terra è davvero un segno di speranza”.

Al Sermig ci ricordiamo sempre che “per educare un bambino ci vuole un villaggio”: mercoledì abbiamo toccato con mano ancora una volta quante potenzialità è in grado di sprigionare un gruppo di bambini e ragazzi che il suo villaggio lo ha trovato. Un villaggio dove insegnanti ed educatori si sono fatti in quattro per pensare parti adatte a tutti, insegnarle e poi fare in modo che dietro le quinte tutto funzionasse. Un villaggio fatto di volontari giovani e giovanissimi che all’Arsenale si sentono a casa propria e perciò si sono resi disponibili a qualsiasi servizio, con un’attenzione e una cura incredibili, consapevoli che il volto del Sermig per tutte le persone che sono venute sarebbero stati prima di tutto loro. Un villaggio fatto di tante famiglie che sono arrivate “a mani piene”, portando con sé caffè, tazzine, dolci, tovaglioli e acqua per accogliere con noi tutti gli ospiti come avrebbero fatto a casa loro. Un villaggio fatto di una Fraternità che da tanti anni cerca di condividere con tutti loro la Speranza che ha incontrato e per la quale vive, non a parole ma nel silenzio e nella concretezza di un amore vissuto.

Grazie a tutti quelli che in questo villaggio hanno creduto fin dall’inizio e continuano a credere, grazie a chi per questo villaggio ha dato la vita. Continuiamo a camminare, passo dopo passo, per portare vita insieme. Felici di fare felici gli altri.

Arsenale dell'Incontro - Madaba - Giordania


 

 

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