Sinodo Giovani

Pubblicato il 19-11-2012

di Andrea Gotico

Che ne dite, camminiamo insieme? E' l'nivito dell'Arcivescovo Cesare Nosiglia ai giovani della diocesi di Torino. I giovani dell'Arsenale della Pace ci stanno e sono pronti a partecipare al "sinodo" che metterà le giovani generazioni al centro dell'attenzione di tutti, Chiesa e società.

Carissimi giovani
ho pensato di invitarvi a fare sinodo, a camminare insieme per rivitalizzare la pastorale giovanile diocesana, confrontarvi su tali problemi, per scambiarci opinioni e suggerire rimedi, per superare le stanchezze e le delusioni e puntare a una stagione nuova di maggiore entusiasmo e impegno comune.

“Sinodo” è una parola che richiama a noi pastori e ai laici adulti un evento ecclesiale di grande importanza ma, per certi versi, anche complesso e faticoso, che esige un supplemento di impegno da parte di tutti. Per voi giovani, invece, il termine “sinodo” non suscita tutto ciò, perché forse non ne avete esperienza. È un termine però suggestivo, se spiegato nel suo senso anche letterale: “sinodo” vuol dire “camminare insieme”. Non un evento dunque chiuso nel tempo, non un’esperienza forte ma passeggera. Il Sinodo, come l’ho pensato, intende innestare nella pastorale giovanile un percorso di stile sinodale, sorretto dallo Spirito Santo, in cui protagonisti siate voi giovani, che via via lo orientate nel suo farsi. Non c’è dunque un progetto preconfezionato, ma un percorso condiviso, un “sogno”, se vogliamo… che intende:

La fede è ecclesiale e non solo individuale. Diciamo “io credo”, ma vogliamo dirlo insieme, “noi crediamo”.
Riceviamo la fede da una comunità, la celebriamo in una comunità, la viviamo insieme nella comunità e nel mondo. Come far riflettere e sperimentare ai giovani l’importanza dell’essere insieme agli adulti, ai ragazzi e anziani, alle famiglie, una comunità credente, orante e professante Gesù Cristo? Quali le difficoltà che voi giovani segnalate in ordine all’essere della Chiesa, al volto che essa dovrebbe assumere per apparire veramente comunità gioiosa e credibile, fedele a Cristo e al Vangelo? È sotto gli occhi di tutti la scarsa partecipazione dei giovani alla Messa domenicale o nella stessa vita delle parrocchie…

Si tratta di lasciarsi provocare sulle ragioni della propria fede.
Sono gli stessi obiettivi dell’anno della Fede, come li descrive il Papa: «Riscoprire i contenuti della fede professata, celebrata e vissuta e pregata nella Chiesa, per portarla a tutti».

Mettiamoci come Chiesa anzitutto in ascolto e lasciamoci interpellare, dialoghiamo su tutto quanto fa problema al vostro credere, al vostro vivere da giovani nella Chiesa e nel mondo: un confronto a tutto campo senza zone proibite o d’ombra, ma schietto e sincero.

Vorrei farvi sentire che la Chiesa vi dà la parola, uno spazio reale e concreto di responsabilità e non solo di cura. Chiedo alle nostre comunità di non aver paura delle critiche e proposte dei giovani che possono anche apparire troppo dure o diverse da quelle che noi adulti e pastori ci aspettiamo o desideriamo.
Per questo nell’arco del biennio sarà necessario promuovere qualche momento specifico di dialogo e incontro dei giovani del Sinodo con i membri adulti e anziani della comunità, per verificare insieme le esigenze e le responsabilità che vanno assunte dagli uni nei confronti degli altri, per consolidare la mutua collaborazione sul piano del rinnovamento della comunità e della sua missione.

Come sollecitare la nostra appertenenza ecclesiale?
Come rilanciare l’annuncio del Vangelo ai giovani che vivono al di fuori dei contesti ecclesiali?
Appare infatti carente l’impegno cristiano negli ambienti del mondo che pure vedono i giovani presenti e operanti… lavoro, università, tempo libero, volontariato…
La dimensione missionaria è debole nella formazione ma anche nell’azione concreta dei nostri giovani e non solo. Quali sono le cause e come reagire a questa assenza? Il metodo da seguire nel Sinodo deve far emergere tre dimensioni non separabili ma intrecciate insieme: l’ascolto, il dialogo, la proposta. Si tratta in fondo delle tre dimensioni dell’esperienza cristiana: l’ascolto di Dio e degli altri; il dialogo con Dio (preghiera) e la relazione con gli altri; la proposta per agire di conseguenza nel rinnovamento di sé, della Chiesa e del mondo (la fede cresce donandola).

Un concreto risultato di questo percorso sarà quello di elaborare e rinnovare insieme a voi giovani e ai vostri educatori un progetto di pastorale giovanile diocesano, che nascerà dal basso, dal Sinodo appunto, e indicherà le vie su cui camminare tutti insieme secondo il disegno di Dio.
L’Ufficio di Pastorale Giovanile offrirà i sussidi per sviluppare il percorso dentro la normale pastorale ordinaria che si svolge con i giovani e sostenere il percorso nelle sue varie fasi di avvio, svolgimento e attuazione dei risultati raggiunti. L’Ufficio di Pastorale Giovanile e il Consiglio dei Giovani seguiranno passo passo il cammino del Sinodo, insieme ad una Segreteria e a una Équipe diocesana del Sinodo (primo avvio di una futura Consulta), che dovrebbe farsi carico di accompagnare i vari passaggi per suscitare, promuovere e sostenere l’ascolto e il dialogo con i giovani e i loro educatori, in modo da raccogliere e condividere proposte e suggerimenti oltre che conoscere e valorizzare le molteplici esperienze positive in atto. Il tutto in vista dell’ elaborazione di alcuni orientamenti comuni, da assumere e attuare insieme nella pastorale giovanile della Diocesi.

Come inserire il percorso sinodale nella pastorale ordinaria?
Nelle parrocchie e nelle associazioni e movimenti.
Là dove esiste un cammino o iniziative di formazione dei giovani, si chiede di dedicare qualche specifico momento al tema del Sinodo, per avviare un ascolto, verifica e confronto tra ciò che si fa e ciò che il Sinodo propone.
Là dove la pastorale giovanile è in difficoltà, si promuoverà qualche momento comune di Unità pastorale sui contenuti del Sinodo.

Le aggregazioni laicali si confronteranno sui temi del Sinodo sia al proprio interno che attivando un tavolo di lavoro comune, per aiutarsi nell’ascolto e nel confronto reciproco, a partire dai temi del Sinodo.
Nelle Unità Pastorali. La mia visita annuale alle unità pastorali (e quella nella visita pastorale) avrà un suo momento specifico di incontro–ascolto e dialogo con i giovani del Sinodo di quella Unità. I giovani coinvolti saranno quelli dai 17/18 anni in su, che sono i protagonisti del Sinodo. Se durante l’anno pastorale ci sono incontri stabiliti, si farà in modo che almeno alcuni siano caratte-rizzati sul tema del Sinodo. Saranno coinvolti anche i giovani delle comunità straniere presenti in diocesi.

L’icona del Sinodo esprime bene questo percorso: è l’immagine usata da Gesù nel Vangelo di Giovanni (15,1-8), la vite e i tralci, che richiama la necessità di rimanere uniti a Cristo, di formare tanti tralci una sola vite, per portare a tutti i frutti che ne derivano. «Senza di me non potete fare nulla… rimanete nel mio amore… Siate tralci uniti alla vite e dunque uniti agli altri tralci per formare una sola cosa. Così porterete molti frutti non solo per voi ma per il mondo…».

Il tema del Sinodo suona dunque così: “Come tralci di vita” che si oppone sia a una vita condotta sulla logica dello (s)tralcio gettato nel mondo senza un fine preciso né un senso, sia a una fede come in-tralcio per una vita felice e riuscita.

Chiedo a voi giovani di essere i protagonisti di questo percorso, soprattutto a chi vorrà essere animatore del Sinodo a servizio di tutti, lavorando insieme ai GIOVANI IN-TRALCI cioè ai giovani di riferimento di ogni parrocchia, oratorio, associazione, congregazione, movimento.

Che ne dite?
camminiamo insieme?


Con affetto,
+ Cesare Nosiglia
Vescovo, Padre e Amico



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Strumento di lavoro Sinodo dei giovani di Torino
Diocesi di Torino

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