Intelligenze artificiali

Pubblicato il 23-02-2024

di redazione Unidialogo

L’intelligenza artificiale e le sue implicazioni, tra opportunità e sfide etiche è stato il tema del nuovo incontro dell’Università del dialogo Sermig, mercoledì 21 febbraio negli spazi dell’Arsenale della pace di Torino. Un confronto con due grandi esperti in materia: Paolo Benanti e Marco Landi. Paolo Benanti è un frate francescano, teologo, presidente della Commissione AI per l’Informazione, nonché unico membro italiano del Comitato sull’AI delle Nazioni Unite. Marco Landi è l’unico manager italiano ad essere stato ai vertici di Apple, come direttore generale dell’azienda a metà degli anni ’90. Ebbe un ruolo cruciale nel riportare Steve Jobs all’interno del gruppo. Uniamo alcuni spunti della serata; un resoconto più ampio sarà a breve presente nel numero di marzo di NP Nuovo Progetto, il mensile del Sermig.

 

“Non dobbiamo avere paura dell’innovazione, – spiega Marco Landi – l’intelligenza artificiale non è altro che una novità che permette di accedere ad una grande mole di dati per elaborare risposte e definire problemi. L’AI è la continuazione della filosofia in altri termini. I nostri filosofi si ponevano grandi questioni sull’uomo e sull’universo. Oggi ci poniamo la domanda su come è fatto il nostro cervello. La sua conoscenza è fondamentale per determinare il funzionamento dell’AI. Ci sono opportunità, ma è importante determinare delle regole”.

 

“Pensiamo alla medicina, un esempio interessante – aggiunge Paolo Benanti -  che unisce aspetti umanistici come la cura e scientifici come la diagnosi. Oggi viviamo in un paradosso: la medicina ha raggiunto frontiere e traguardi inimmaginabili, ma questo non vale per tutti. Nel mondo ci sono situazioni differenti. In Africa, per esempio, quando va bene abbiamo un medico ogni tremila persone, ma si tratta di medici generali. Avere visite specialistiche è quasi impossibile. Pensiamo a cosa potrebbe accadere se questi medici avessero uno smartphone con telecamera capaci di fare una diagnosi e suggerire cosa fare, come interpretare un caso …”.

 

“La grande sfida per una società democratica è l’informazione – continua padre Paolo. Creare contenuti simili alla realtà non è una novità. La tecnologia ha sempre un doppio uso possibile: uno stesso utensile può essere usato come arma o come strumento di lavoro. La domanda è come rendere l’AI uno strumento utile alla democrazia e alla comunicazione. Un’idea è mettere una sorta di targa per identificare il prodotto di una macchina”.

 

“ La rivoluzione industriale del secolo scorso ha creato nuovi posti di lavoro – riflette Marco Landi - ma ha inculcato nel nostro modo di pensare anche l’idea che solo il lavoro conta e che questa è la ragione della nostra esistenza. Sembra che questa sia l’unica base della nostra vita, del nostro sostegno e del nostro modo di svilupparci. Penso che con l’intelligenza artificiale sia giunta l’occasione per ridefinire le nostre priorità, di rivedere il nostro modo di trascorrere il tempo con la famiglia, con gli amici, con la natura …”.


Redazione Unidialogo


Incontro completo


Foto: Daniele Badolato

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