Sette sfide per l’Asia

Pubblicato il 26-05-2022

di Sandro Calvani

Nel prossimo futuro, la pace, la giustizia e la prosperità globali passeranno dal più grande continente del mondo.

L'Asia è il più popoloso continente del mondo. Qui vivono insieme le più grandi fedi religiose del mondo, cristianesimo, induismo, buddhismo e islam.

Diversi centri di studio del futuro hanno identificato le sfide asiatiche tra le più importanti per la pace, la giustizia e la prosperità globali

Nel gennaio 2022 oltre 4 miliardi e 700 milioni di persone vivono in Asia, cioè più del 60% dell’umanità. Gli altri quattro continenti messi insieme non arrivano al 40% della popolazione della Terra. Oltre 4 cittadini del mondo su 10 vivono in soli due Paesi, in Cina o in India. L’Asia è il più grande continente e resterà il più popoloso e dunque il più grande mercato al mondo anche negli anni a venire, sicuramente fino al 2050. In Asia vivono insieme tutte le più grandi fedi religiose del mondo, cristianesimo, induismo, buddhismo e islam. Sono asiatiche le più grandi democrazie al mondo come l’India e la più grande democrazia islamica come l’Indonesia, i regni più antichi dell’umanità (Giappone, Cambogia, Thailandia), il più grande parlamento al mondo, quello cinese, la nazione con il territorio più grande, la Russia.

Diversi centri di studio del futuro hanno identificato le sfide asiatiche tra le più importanti per la pace, la giustizia e la prosperità globali. Dai Dardanelli allo stretto di Bering, dal meridiano 25˚E al 170˚W, si possono identificare sette grandi trasformazioni con esiti incerti per i 50 Paesi asiatici.

1. Investimenti, disuguaglianze e povertà

In passato l’Asia è stato il continente che – più degli altri – ha sollevato dalla povertà centinaia di milioni di persone. Circa il 60% della popolazione asiatica appartiene alla classe media in termini di reddito e di educazione. La crescita economica, supportata da enormi flussi di capitali stranieri, ha ampliato la prosperità in molti Paesi della regione dell'Asia meridionale e orientale, portando a un calo sia della povertà che del rischio politico. In alcune capitali asiatiche la qualità della vita è perfino superiore alla media dei Paesi europei. Il sud-est asiatico ospita alcune delle economie più ricche e in più rapida crescita al mondo, ma anche alcune delle persone più povere del pianeta. La gran parte degli sviluppi positivi sono incostanti e imprevedibili e potrebbero portare a disordini e rivolte. Ma, mentre rallenta il motore di crescita della Cina, è probabile che la competizione regionale per il capitale aumenterà. Mentre le sfide economiche a breve termine creano incertezza, una attenzione rinnovata agli sforzi contro la corruzione in Cina, India, Indonesia e Malesia, potrebbe aiutare alcuni Paesi a rimanere le destinazioni preferite per gli investimenti esteri a lungo termine.

2. Salute pubblica

Due anni di crisi causata dalla pandemia Covid-19 hanno mostrato l’importanza di sistemi di prevenzione, allerta precoce, risposta rapida e diffusa responsabilità civica, tutte componenti che in Asia sono molto diverse dall’Occidente. Il recente rapporto sulla sicurezza sanitaria globale del John Hopkins Institute (USA) ha evidenziato l’ottima risposta alla sfida pandemica da parte dei Paesi asiatici, alcuni dei quali sono tra i migliori al mondo e migliori di molti Paesi europei. Per esempio la Thailandia risulta la quinta in classifica come risposta alla pandemia mentre l’Italia è 41esima. Il tasso di differenza nelle statistiche di mortalità è stato in Asia fino a sette volte migliore di molti Paesi europei, compresa l’Italia. Il buon disimpegno asiatico non sembra però suscitare molta attenzione, studio e emulazione da parte degli altri continenti.

3. Uguaglianza di genere

La maggior parte dei Paesi asiatici afferma l’uguaglianza di genere e ha fatto enormi passi avanti nell’applicazione dei diritti delle donne in tutti campi e soprattutto nell’educazione. Per esempio, in alcune nazioni asiatiche ci sono più dirigenti generali dei ministeri donne che uomini. Ma nel Medio Oriente rimangono gravi preoccupazioni e situazioni arretrate. La violenza contro le donne e il traffico di persone sono un problema molto grave in oltre metà dei Paesi asiatici. Ci sono più morti per la violenza contro le donne che per conflitti armati. Le maggiori resistenze contro la piena integrazione delle donne vengono da antiche tradizioni che resistono al cambiamento, in nome della cultura o della religione. Per esempio, il buddhismo, il cattolicesimo e l’islam non hanno una sola donna leader religiosa nazionale o locale. L’India, l’Indonesia, Taiwan, il Pakistan, il Bangladesh, la Nuova Zelanda, la Corea del Sud e la Thailandia hanno o hanno avuto donne come capi di Stato e di governo.

4. Cambio climatico

Le variazioni del clima causate dai comportamenti umani, come industrie inquinanti, sfruttamento delle foreste e usi agricoli ha portato a piogge monsoniche senza precedenti e inondazioni mortali che, in alcuni casi, hanno interrotto l'intera catena di approvvigionamento globale per alcuni settori situati in regioni soggette a inondazioni e altri disastri. L’Asia ha fatto sforzi maggiori di altri continenti per invertire la rotta della deforestazione e delle emissioni di CO2 e ha ottenuto risultati positivi, ma gli effetti della scarsa responsabilità di altri continenti si vedranno ancora per lungo tempo, soprattutto a causa della fragilità climatica e geografica di alcune regioni asiatiche. Il modo in cui i governi, la società civile e i cittadini collaborano per affrontare questi problemi plasmerà la traiettoria di sviluppo dell'Asia.

5. Conflitti

Non esistono più guerre tradizionali tra nazioni asiatiche. Ma i conflitti interni e le tensioni di frontiera causano milioni di vittime. Dalla Palestina alla Siria, Yemen, Iraq, Afghanistan, Kashmir, Corea, Myanmar, Mar Cinese meridionale e Thailandia alcuni conflitti interni che vengono “dimenticati” dai grandi mezzi di comunicazione. Per esempio nel profondo sud della Thailandia, nel 2007 si contavano 22,5 morti per conflitto ogni 100mila persone, più del doppio del tasso di mortalità pro capite in Afghanistan, dove sono morte oltre 100mila persone in totale. Sono ugualmente “nascosti” i conflitti interni nello Xinjiang, nel Tibet, nel Rakhine, nel Kashmir, in Adhra Pradesh, Chattigarh, Caucaso, Filippine e Nagorno Karabakh. I conflitti interni sono spesso innescati da settarismo e disuguaglianze gravi, diffuse e persistenti, oppure da forte competizione per alcune risorse, in particolare per l’accesso all’acqua o per i diritti di navigazione e di pesca. Per esempio, ogni anno lo scambio commerciale che passa attraverso il Mar Cinese meridionale supera i 5,3 trilioni di dollari; oltre il 60% del commercio marittimo mondiale e oltre il 22% del commercio mondiale naviga in un’area di alta tensione internazionale.

6. Evoluzione variabile della governance

Da almeno quattro decenni, la democrazia elettorale e una buona promozione dei diritti umani si sono diffuse in molte nazioni del continente. I diritti dei rifugiati e dei migranti sono rispettati in Asia molto meno degli standard europei, anche in Paesi ricchi come Giappone e Australia. In alcuni Paesi si sono consolidati sistemi di governo semi-democratici, teocratici e aristocratici, intolleranti delle opposizioni e della domanda di riforme, come in Russia, in Cina, in Arabia Saudita, in Iran e la corruzione è rimasta endemica in molti di essi. Le crisi più profonde si sono verificate nei Paesi sottoposti a invasioni militari straniere, come Siria, Afghanistan, Palestina, Iraq, Yemen. Alcuni Paesi come il Myanmar e l’Afghanistan, che avevano avviato un nuovo cammino democratico con numerosi partiti politici, sono regrediti in dittature. Le dittature e i sistemi aristocratici esistenti nei Paesi del Golfo e in Corea del Nord non sembrano prossimi ad alcuna evoluzione.

7. Urbanizzazione rapida

Oltre la metà della popolazione asiatica vive nelle città. L'urbanizzazione ha implicazioni critiche per lo sviluppo e per l’uguaglianza di accesso ai beni comuni. Una maggiore concentrazione della gente di tutti i ceti sociali rappresenta sia un vantaggio che una grossa complicazione della politica, della società e dell’economia. Fornire a tutti servizi essenziali in città, come acqua, cibo, salute, educazione, costa molto meno di quanto costerebbe farlo in ambienti rurali. Ma la crescita “affollata” provoca anche grosse sfide per il buon governo, per la salute ambientale, per il dialogo tra ricchi e poveri e per la sicurezza. L'urbanizzazione e la crescita della popolazione stanno causando un'enorme domanda di beni di prima necessità come acqua, servizi igienici, trasporti ed energia. Ciò imporrà nei prossimi anni un chiaro focus sullo sviluppo inclusivo e sostenibile.

Sandro Calvani

NP Febbraio 2022

 

Alcune informazioni di questo articolo sono tratte da un rapporto di David Arnold per Asia Foundation: bit.ly/3tkto9l.

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