Al centro dell'Asia

Pubblicato il 07-11-2023

di Domenico Agasso

«Il mondo è funestato da troppe guerre». È il grido di dolore lanciato dal Papa durante la sua visita apostolica in Mongolia, durata dal 31 agosto al 4 settembre. Bisogna evitare ogni «confusione tra credo, violenza e conflitti», scandisce. «In quest’ora della storia», lacerata e insanguinata da scontri, «la nostra responsabilità è grande. Il nostro comportamento è chiamato a confermare nei fatti gli insegnamenti che professiamo; non può contraddirli, diventando motivo di scandalo». In altre parole, niente promozioni “in nome di qualsiasi dio” di terrorismi e aggressioni. Dentro l’Hun Theatre, a 13 chilometri dalla capitale Ulan Bator, Francesco partecipa a un incontro ecumenico e interreligioso con i rappresentanti delle confessioni presenti in Mongolia. L’appello di Bergoglio è rivolto a ogni fede. Avverte il vescovo di Roma: «Chi, più dei credenti, è chiamato a lavorare per l'armonia di tutti? La chiusura, l'imposizione unilaterale, il fondamentalismo e la forzatura ideologica rovinano la fraternità, alimentano tensioni e compromettono la pace».

In questo edificio remoto il Pontefice esprime un monito anche ai capi di Stato e di governo del pianeta: se chi guida le nazioni «scegliesse la strada del dialogo con gli altri, contribuirebbe in maniera determinante alla fine delle guerre che continuano ad arrecare sofferenza a tanti popoli».
Qualche ora dopo, alla messa nella Steppe Arena si ritrova la minuscola ma “vivace” comunità cattolica mongola, circa 1.500 fedeli, guidata dal prefetto apostolico cardinale Giorgio Marengo. Nel palazzo del ghiaccio si contano più di 2mila persone, giunte anche da vari Paesi dell’Asia, tra cui Cina e Russia.
Poi, la sorpresa finale: Francesco prende per mano il vescovo emerito di Hong Kong, il cardinale John Tong Hon, e l’attuale vescovo, il porporato designato Stephen Chow, e dice: «Vorrei approfittare della loro presenza per inviare un caloroso saluto al nobile popolo cinese. A tutto il popolo auguro il meglio, e andare avanti, progredire sempre. E ai cattolici cinesi chiedo di essere buoni cristiani e buoni cittadini». È il culmine dei vari messaggi benevoli, diplomatici e rassicuranti mandati dal Papa in direzione Pechino nei giorni del viaggio «nel cuore dell’Asia», al confine con la Russia e la Terra del Dragone.


Domenico Agasso
NP ottobre 2023

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