Rigeneration: il futuro del riuso

Pubblicato il 08-04-2017

di Claudio Maria Picco

A Vinovo (TO) il bene fatto bene nasce dall’incontro del mondo della solidarietà con l’imprenditoria aperta al sociale.

di Claudio Maria Picco - Perché riciclare elettrodomestici. Ce lo racconta Rinaldo Canalis fondatore e anima del progetto Re. Te. l’organismo nato per coordinare le iniziative di sviluppo e di solidarietà del Sermig. Decine e decine di volontari restituiscono tempo, fatica, saperi tecnologici e scientifici in una gara di buona volontà che una volta alla settimana confluisce nel sabato del Villaggio globale.

Siamo partiti da molto lontano, dal 1994, data in cui abbiamo aperto il centro di selezione di Cumiana. Da lì è decollato un flusso ininterrotto di materiali in ogni parte del mondo, frutto di quanto la gente donava all’Arsenale della Pace a Torino e nella sede di Cumiana aperta nei locali e sui terreni messi a disposizione dai salesiani. Da anni la raccolta e il riuso di attrezzature, indumenti, farmaci, materiali scolastici, alimentari… ci consente di sostenere una comunità a Baia Mare in Romania, gestita da padre Albano Allocco, che accoglie fino 60 bambini di strada sottraendoli al degrado, al freddo, alla criminalità. In particolare il ricondizionamento di computer dismessi da privati o da aziende ci ha permesso di avviare in diversi Paesi, in Africa e in Asia, iniziative scolastiche e di sviluppo con mezzi all’altezza della situazione. Anche il riuso di macchine da cucito ha avuto un peso importante in tante comunità locali consentendo in particolare alle donne l’avvio di piccole attività a sostegno del reddito famigliare.

Nel 2004 abbiamo capito che potevamo riciclare anche gli elettrodomestici. La mia esperienza lavorativa in una grande azienda del settore mi aveva consentito di sviluppare una competenza specifica su questo fronte. Un breve soggiorno a Envie in Francia ci permette di osservare da vicino il ciclo del riuso, dalla formazione di tecnici e di operatori all’apertura di attività commerciali e di riparazione sul territorio, offrendo nello stesso tempo a persone disagiate e ai margini la dignità di un lavoro. Dal 2005 in poi, grazie a volontari esperti, abbiamo continuato su questa strada ricondizionando lavatrici, lavastoviglie, frigoriferi e altre apparecchiature che sostengono le numerose accoglienze dell’Arsenale e di Baia Mare.

L’anno scorso questa attività di recupero e restauro ha avuto una svolta improvvisa, innescata dal’incontro con Alberto Rizzo, un riparatore rimasto quasi senza lavoro che intendeva comunque mettere a disposizione di altri la propria competenza. Il suo e nostro incontro con Astelav, azienda di componentistica della famiglia Bertolino, attiva sul mercato nazionale ed europeo da oltre un cinquantennio, suscita reciproco interesse e si concretizza il 5 ottobre dello scorso anno in una iniziativa comune. Le due istanze, la loro di fare impresa attraverso il recupero di elettrodomestici e la nostra di collocare stabilmente delle persone in difficoltà a fare questo lavoro, si incontrano con reciproca sintonia. Seguono vari incontri e finalmente all’inizio dello scorso dicembre il progetto può essere presentato ai sindaci e agli amministratori della zona.

Da parte sua Astelav appronta i locali e dà inizio a questa nuova attività con operatori adeguatamente formati; da parte nostra prosegue il tam tam dell’informazione rivolta agli abitanti del circondario: non buttate via gli elettrodomestici! Dateli a noi, possono essere riparati e rivenduti, si possono ricavare pezzi di ricambio e, cosa non meno importante, emergono nuove possibilità di lavoro. Le persone che hanno cominciato a lavorare stanno aumentando e contiamo entro poco tempo di portare a regime questa impresa. La sinergia tra il Sermig che ha nel proprio asset i valori del volontariato, del non spreco, di usare solo quello che ci serve, dando un senso al tutto e una azienda come Astelav che la pensa allo stesso modo pur operando in un ambito imprenditoriale, sta portando e porterà risultati duraturi.


Il riuso in 5 punti

1 - Obiettivo primario: creare nuovi posti di lavoro.
2 - Aspetto sociale: gli elettrodomestici sono progettati per durare 10 anni, ma di solito si dismettono dopo 5. Sempre meno persone possono permettersi di acquistarne uno nuovo. Il riuso consente di ricuperare 5 anni di vita utili, con garanzia di 1 anno e in sicurezza.
3 - spetto ecologico: il riuso diminuisce la quantità di materiale che finisce in discarica, una soluzione efficace per non gravare sulle generazioni future.
4 - Aspetto produttivo: buttando via un prodotto che può ancora funzionare sprechiamo anche il lavoro, le risorse, i materiali, l’energia… elementi che ne hanno consentito la produzione. Impegnandoci a non sprecare, diamo un senso al nostro modo di fare, di mangiare, di produrre.
5 - Aspetto della responsabilità: impariamo a non scartare le cose, ma ancora più a non scartare le persone. Sprecare è sempre un male, fare del bene in questo caso è alla portata di tutti noi.

Inaugurazione Ri-generation
RI-GENERATION
Progetto RIGENERATION

 

 

 

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