Il mondo ha bisogno di semplicità

Pubblicato il 15-11-2016

di Ernesto Olivero

La Porta Aperta

Il mensile del Giubileo - Supplemento di Avvenire
Novembre 2016

Il mondo ha bisogno di semplicità
- di Ernesto Olivero

Il mondo ha bisogno di semplicità

Un anno di grazia, un anno di misericordia, un anno per riflettere, un anno per guardarsi dentro, un anno soprattutto per cambiare. Del Giubileo mi colpisce soprattutto la tenerezza, immagino tutte le realtà di cambiamento nate nel cuore, i percorsi di vita che magari hanno incontrato una speranza, le lacrime che hanno scoperto un senso. I frutti li vedremo, forse no, ma esistono, sono tra noi. Eppure, questo non basta. Il Giubileo sarà stata un'opportunità solo se avrà piantato nel nostro cuore, nella nostra testa, nelle nostre viscere una parola: conversione. Una parola alla portata di tutti. Facciamo un ragionamento.

Se il mondo dipendesse da me, come lo vorrei? Semplice. Vorrei che ogni uomo e ogni donna fosse felice. Vorrei che ogni bambino potesse andare a scuola ed essere curato. Vorrei che tutti fossero liberi di credere e di non credere, rispettati per le proprie idee. Vorrei un mondo dove anche i luoghi difficili siano aperti alla speranza. Dove il carcere, per esempio, sia un luogo che aiuta persone che hanno sbagliato a ritrovare se stesse. Sì, la penso proprio così. Anche i peggiori, i persi possono cambiare. È volere la luna, sognare che anche chi sbaglia, ad un certo punto della vita, possa non sbagliare più? Nella mia storia ho capito e visto che è possibile.

Tutti sbagliamo, tutti abbiamo limiti, tutti facciamo i conti con il male accovacciato nel cuore. Ma in tutti c’è spazio per la nostalgia di cambiare. Aiuta non incontrare giudizi ma essere accompagnati da un silenzio carico d’affetto. Che senso ha giudicare chi ha sbagliato? Chi sbaglia si giudica da solo. Ha già la sua croce.

Per questo, nel mondo che vorrei ci sono cristiani con le braccia sempre aperte, aperte al Cielo e alla Terra. Una Chiesa che tutti, credenti e non credenti, possano sentire come casa propria. Una casa di misericordia, perché senza la misericordia, anche Dio si troverebbe solo. Una casa in cui nasca la nostalgia per le cose pulite, per la riconciliazione con se stessi, con Dio, perché nessuno è perso per sempre. Una Chiesa con il coraggio di fare i conti anche con i propri errori: la realtà di tanti cristiani che hanno tradito, che non hanno testimoniato, che non sono stati credibili. Ma anche con la bellezza di una Chiesa che ha fatto germogliare Francesco, dom Luciano Mendes de Almeida, Madre Teresa di Calcutta, Francisco Van Thuan, Anna Lena Tonelli… migliaia e migliaia di santi.

Sono convinto che la Chiesa possa tirare fuori ancora il suo meglio. Non deve inventarsi nulla, perché è tutto dentro il Vangelo, in pagine dove semplicità e prudenza vivono insieme, dove non si insegue l’apparenza, ma dove si cerca di vivere il Bene. Dove i gradi non sono mai ruoli di potere o fonte di arricchimento, ma semplici impegni di servizio. Una logica che vale per tutti, anche per i laici, per chi diventa presidente, capo di azienda, un grande professionista, un luminare.

Non servono grandi cose, ma punti fermi. Un cristiano, per esempio, dice no alla corruzione perché alla pace non si arriva senza onestà. Dice no ai privilegi perché l'unico potere buono è quello che serve. Se predica Dio, abolisce dal suo vocabolario parole come infedele, nemico, vendetta. Se è giovane, impara a dire i sì e i no che contano, cominciando dalla droga, libera o non libera, leggera o pesante. Se è adulto, non rimane legato alla sua posizione ma fa un passo indietro per mettere i giovani al primo posto e guidarli. Se è un economista, fa di tutto per trovare soluzioni nuove per costruire un mondo più giusto, equo, capace di prevenire anche lì l'estremismo.

Se è un uomo di cultura, si impegna a diffondere concretamente messaggi di pace e di accoglienza di sé e degli altri. Se è un educatore, spende la vita a comunicare passione e la semplicità dell'amore. Il mondo ha bisogno di questa semplicità, di questa trasparenza. Il mondo che sogno non conosce il segreto, se non quello evangelico della mano destra che non sa cosa fa la mano sinistra. Non sono un sognatore! Un mondo così può esistere, il Giubileo che abbiamo vissuto me lo ha fatto pregustare. Sarà pienezza solo se ci convertiremo, se insieme sceglieremo il bene, il vero Bene.

Ernesto Olivero

 

 

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