Il Sigillo della Regione al Sermig

Pubblicato il 08-10-2016

di Andrea Gotico

Il Sermig ha ricevuto il Sigillo della Regione Piemonte durante una cerimonia svoltasi il 7 ottobre a Palazzo Lascaris.
La massima onorificenza piemontese è stata consegnata ad Ernesto Olivero dai presidenti della Giunta e del Consiglio regionale, Sergio Chiamparino e Mauro Laus.

La motivazione del Sigillo al Sermig è in considerazione “dell’impegno e della dedizione profuse nell’interesse di persone in difficoltà e dei giovani, attività realizzate anche al di fuori dei confini regionali e nazionali, in Brasile e Giordania, dove sono stati creati altri Arsenali della Pace”.

Nel suo saluto Ernesto Olivero ha messo in risalto che “dobbiamo cercare per i nostri figli di creare un mondo diverso da quello attuale, aprendo i nostri cuori ed affrontare i problemi dei giovani e degli immigrati senza pregiudizi. Noi in questi anni abbiamo lavorato per far diventare i problemi delle opportunità. Siamo andati in Iraq, in Africa e in Albania liberi da pregiudizi per incontrare persone sagge che ci indicassero come risolvere i problemi, come poter amare i migranti nel modo in cui avremmo voluto essere amati noi quando siamo stati migranti”. Inoltre, ha proposto che il Piemonte diventi "Regione dell'Arsenale della Pace e dei giovani".
In apertura di cerimonia è stato letto il telegramma inviato dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella.


Il telegramma del Presidente della Repubblica


L'atto di conferimento del Presidente del Consiglio Regionale


CONFERIMENTO DEL SIGILLO DELLA REGIONE PIEMONTE AL SERMIG-ARSENALE DELLA PACE

Poco tempo dopo il mio insediamento a Palazzo Lascaris ricevetti l’invito da Ernesto Olivero a visitare il Sermig, di cui già conoscevo la lunga tradizione di una religiosità che si è fatta impegno civile. Ci sono andato con l’idea di capire e dopo poco non ho più avuto bisogno di capire perché ho percepito le stesse sensazioni, gli stessi sentimenti, le stesse ragioni “degli altri”. Soprattutto sono rimasto affascinato da come i giovani vivono la solidarietà, quella che i più rappresentano come un sacrificio e che invece è un modo per riempire la propria esistenza e dare un senso alla propria vita.

Sono passati 52 anni dall’intuizione che ha portato Ernesto Olivero a fondare il Sermig e 33 da quando, con i volontari, ha varcato per la prima volta il portone dell’ex arsenale militare di piazza Borgo Dora a Torino, il rudere della fabbrica che aveva prodotto le armi utilizzate durante il Risorgimento e le due guerre mondiali. Lì ha trovato casa il Sermig (Servizio missionario giovani) e un luogo destinato alla guerra è diventato un luogo di pace. Da molto tempo il lavoro gratuito di tanti - soprattutto di quei giovani - lo ha trasformato in una profezia di concordia, un monastero metropolitano, una fucina di pace e di conoscenza, aperto 24 ore su 24. È un punto di incontro tra culture, religioni, schieramenti diversi per conoscersi, dialogare, camminare insieme. La solidarietà per loro non ha un volto sofferente, ha un volto gioioso perché significa sfuggire a quel disperato vuoto di valori che conduce alla disperazione. Questo sentimento, che molti di loro vivono in modo religioso e che io vivo da un punto di vista laico, è un sentimento che non ci divide.

La storia del Sermig e dell’Arsenale della pace è diventata un pezzo importante della storia di Torino e dei suoi abitanti, che sono già eredi della lunga e ammirevole tradizione del cattolicesimo cosiddetto sociale. Una tradizione di anime illuminate che seppero interpretare i bisogni profondi e primari del loro tempo e dare risposte concrete. Uomini e donne che scelsero di lavorare in strada, accanto agli ultimi. Anche i più refrattari al tema della solidarietà e della fraternità sanno che all’Arsenale ogni notte si attende all’ospitalità e alle cure di persone in difficoltà, sbandati, emigrati, barboni, umanità varia a cui viene offerto un piatto caldo e un ricovero per la notte. Nelle società occidentali - colpite dalla frammentazione dei legami sociali, dalla corrosione delle istituzioni tradizionali e dalla crisi dei sistemi valoriali – si vive in una condizione di disorientamento, con una precaria capacità di fondare di senso la vita e le relazioni. Tra le conseguenze si elencano l’aumento delle disuguaglianze, le crisi ambientali, l’indebitamento verso le generazioni future.

La società sembra sterilizzarsi tanto quanto i progetti di vita individuali. Torna dal passato - dall’epoca in cui visse frate Francesco, il santo che abbiamo celebrato ad Assisi nei giorni scorsi - la questione sociale che la crisi economica ha portato con forza in primo piano nelle nostre agende e nelle nostre vite, ponendo l’esigenza di sforzi intensi per costruire cammini di pace, inclusivi. In quelle comunità di oggi, che tendono a massificare e a stordire, a creare miti e a emarginare, è necessario trovare luoghi nei quali sia possibile ascoltarsi e dialogare e persone che aiutino a riflettere e a ripartire. L’ascolto è segno e strumento di una società diversa, fondata sul rispetto della persona e sulla fraternità, sulla giustizia e sulla solidarietà.

La scelta di assegnare il Sigillo della Regione Piemonte al Sermig, approvata dal Consiglio regionale all’unanimità, deriva dalla convinzione che l’Arsenale sia uno di quei luoghi di ascolto e di accoglienza e ancora dalla convinzione che la sua attività abbia rappresentato e rappresenti un forte e solido punto di riferimento per l’animazione caritativa e missionaria di moltissimi gruppi giovanili in Italia, ma anche in altri Paesi dove sono stati creati Arsenali che costituiscono altrettanti luoghi di aggregazione, orientati a dare dignità alle persone in condizioni di povertà e disperazione, anche attraverso il loro reinserimento sociale. E’ dunque per noi un grande onore e un grande piacere consegnare nelle mani di Ernesto Olivero, straordinario testimone della carità e della pace nel mondo, il Sigillo della Regione Piemonte.

Il Presidente del Consiglio Regionale Mauro Laus 


Il messaggio di Sergio Chiamparino 

Viviamo in una società buia che non ha più voglia di futuro, che si avvita su se stessa, ha detto Sergio Chiamparino presidente della Regione Piemonte, commentando il conferimento del "Sigillo" a Ernesto Olivero e al Sermig. Qualcuno potrebbe pensare che i riconoscimenti che vengono dati al Sermig possano essere degli atti superficiali che soddisfano solo le apparenze. Io credo invece che siano dei segnali importanti e profondi che segnano il legame tra le Istituzioni e la comunità. Riconoscimenti se ne danno tanti e il rischio che scorrano via sulla superficie è molto grande. Bisogna invece che siano considerati per quello che sono: un segnale dell'appartenenza dell'Arsenale della Pace alla comunità che è la comunità torinese in primo luogo, ma direi che è la comunità delle persone che hanno bisogno, che vogliono guardare con fiducia al futuro.

Il Sermig ha iniziato come un lumicino e adesso possiamo dire che è un faro attraverso cui quelle persone che ruotano attorno alla fortezza dei potenti possono guardare e intravedere con fiducia degli squarci di futuro. Questo è il grande merito del Sermig e di tante altre attività che come il Sermig lavorano verso i giovani, verso i deboli, i migranti e tutti coloro che sono esclusi. Il presidente della regione chiude estendendo il riconoscimento "anche ai tanti, tantissimi giovani, ragazzi e ragazze che quotidianamente consentono che quel faro resti acceso".

Sergio Chiamparino


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 Foto: Max Ferrero / SYNC

 

 

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