Gli Arsenali dentro le Piazze...

Pubblicato il 09-02-2015

di Redazione Sermig

Santa Polenta e Batuca-Bresser: un apericena di autofinanziamento a Torino e una festa di strada a San Paolo del Brasile, perché ogni Arsenale è prima di tutto fuori.

Gli Arsenali sono come dei castelli medievali all’incontrario. Invece di essere costruiti sui fianchi o sulla cima di colline e rilievi per dominare e controllare quello che c’è fuori, sono nel cuore delle città, per essere invasi e accerchiati dalla gente. Non hanno fossati profondi per tenere lontani gli ospiti indesiderati ed un'unica porta d’entrata con un ponte levatoio da abbassare quando arrivano le poche persone considerate amiche, ma mille porte aperte, per provare a dare ad ogni problema la risposta giusta. Non hanno vedette e sentinelle armate di arco e frecce pronte a dare l’allarme per uno sconosciuto che si avvicina, ma cuori e braccia che si preparano a soccorrere la prossima anima che busserà alla porta, ancora prima della sua comparsa e del suo arrivo. 

Come i castelli del Medioevo, gli Arsenali hanno mura alte e solide per proteggere e fare sentire grande e forte anche chi fuori sente di essere piccolo e debole, sperduto e indifeso in un mondo pieno di cattiveria ed indifferenza. Gli Arsenali, però, sono prima di tutto fuori, dove attorno alle mura, ci sono piazze, strade, giardini pieni di persone che hanno lo stesso bisogno di sentirsi protetti ed al sicuro, attesi ancora prima di arrivare. E’ per questo che l’Arsenale è entrato dentro la Piazza, aprendo in Italia come in Brasile, uno spiraglio in più nella propria porta ed andando fuori, per abitare la strada e camminare ogni giorno insieme a bambini e ragazzi che erano stati lasciati da soli e non aspettavano altro di trovare qualcuno che stesse con loro per aiutarli a stare insieme e non avere paura. 

Come tutto quello che capita dentro il Sermig, anche l’Arsenale della Piazza
, è possibile grazie all’amore. Di tantissime persone. Quando riflettendo con i bambini di tutti i colori che lo frequentano, ci chiediamo in quanto tempo chiuderebbe il Sermig, senza l’aiuto della gente, loro rispondono senza pensarci neanche un secondo, subito. È per questo che tutte le volte che è possibile, cerchiamo di organizzare eventi ed incontri che possano coinvolgere altre persone, per raccontare loro tutte le cose belle che ci succedono ogni giorno e fare sì che possano continuare a succedere. 

Venerdì 6 febbraio, a Torino, quasi 500 persone si sono ritrovare presso l’Arsenale della Pace, per “Santa Polenta”, un apericena organizzato per raccogliere i soldi necessari per finanziare le attività per i bambini ed i ragazzi del quartiere multietnico di Porta Palazzo che partecipano all’attività dell’Arsenale della Piazza. Proprio i ragazzi di Porta Palazzo, insieme a tutti i giovani che frequentano abitualmente l’Arsenale della Pace, hanno lavorato senza sosta nelle ultime settimane e in modo particolare negli ultimi giorni per organizzare questo evento, in cui sono stati loro che abitualmente ricevono un aiuto dai volontari, a contraccambiare il favore: dopo essersi fatti tutti belli ed eleganti, hanno passato la serata servendo la polenta e tutte le altre cose buone alle persone che hanno partecipato all’evento, scoprendo di essere capaci di fare qualcosa di bello e di grande, per se stessi e per gli altri. 

Sabato 7 febbraio, invece a San Paolo, i bambini e i giovani de "La Piazza" (versione "brasileira") hanno realizzato per la seconda volta l’iniziativa chiamata “Batuca-Bresser”, una colorata sfilata di carnevale che prende il nome dal quartiere che ospita l'Arsenale della Speranza, Bresser, e dalla “Batucada”, cioè dal ritmo ripetitivo che dal samba brasiliano fa riecheggiare i suoni e la cultura africani. Ed è proprio questa una delle novità di quest’anno: oltre ad aver costruito gli strumenti musicali con materiali di recupero e ad aver composto i testi delle canzoni (inneggianti alla pace per il Brasile e per il mondo), i ragazzi e i bambini de La Piazza hanno preparato delle bellissime coreografie sotto l’abile direzione di tre artisti del Togo, che dai mari lontani dell’Africa occidentale hanno trovato rifugio proprio all’Arsenale della Speranza e da qui si sono imbarcati anche loro in questa navigazione di piccolo cabotaggio, ma che sa di futuro...

BATUCA BRESSER 2015_Arsenal da Esperança 42 L’idea e il percorso degli Arsenali che entrano nelle Piazze e viceversa sono un nuovo circuito di speranza che, ancora una volta, ci ha fatto scoprire come tante strade chiuse possono avere un’uscita. L’uscita é, appunto, uscire da noi stessi, dagli schemi, anche un po’ dal peso dei nostri problemi... per manifestare l’Amore in cui crediamo e per andare verso gli altri, che magari sono la soluzione dei problemi e nessuno li aveva mai invitati. Aspettiamo anche te!

Marco Grossetti e Simone Bernardi


Batuca-Bresser - facebook.com/aapraca
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