Silenzio e preghiera per le vittime di Lampedusa

Pubblicato il 07-10-2013

di Redazione Sermig

Venerdì 4 ottobre 2013 dalle ore 21 alle ore 22 l’Arsenale della Pace si è fermato in silenzio e preghiera per le vittime di Lampedusa e per tutte le donne, i bambini, gli uomini che scappano dalla miseria, dalla fame, da nuove e vecchie schiavitù, dalla guerra, dalle ingiustizie.

Nella nuova chiesa dedicata a Maria Madre dei giovani si sono riunite tante persone appartenenti a Paesi e Chiese diverse, insieme ad uomini e donne di buona volontà. Tra loro, tanti giovani stranieri ospiti delle varie accoglienze del Sermig ed il rappresentante della Chiesa copta a Torino.

L’incontro è iniziato sottolineando che dal 1988 almeno 19.142 persone sono morte di viaggio lungo le frontiere dell’Europa, 2.352 soltanto nel corso del 2011. Ognuna di loro con un volto, un nome ed una storia, come hanno ricordato i due video che hanno aperto la serata: la testimonianza di Hamdi e Fathia, due sorelle somale, e quella di Ibrahim, un giovane del Ghana. Alla voce spezzata dal pianto del giovane ghanese, mentre parlava dei tanti compagni caduti accanto a lui durante il terribile viaggio verso l’Europa, hanno risposto le parole dell’appello lanciato da Papa Francesco nel corso della sua visita a Lampedusa: “Adamo dove sei?”, “Dov’è tuo fratello?”.

La canzone “Pietà” (su testo di Ernesto Olivero) ha trasformato le parole del Papa in richiesta di perdono, seguita dalla lettura di un brano dal Vangelo di Matteo. Poi, un tempo di silenzio e riflessione, guidato: “In quali modi anch’io posso rischiare di mettere a tacere chi è più debole? Di farmi complice di ingiustizie? Come educarmi ad un maggior senso di responsabilità?”. Perché non basta denunciare, occorre commuoversi e cambiar vita.

Al termine del silenzio, un microfono che girava tra i presenti ha raccolto invocazioni in più lingue, tra le quali quella del rappresentante della Chiesa copta. Hanno concluso la serata la riflessione di Ernesto Olivero ed il gesto della restituzione a favore degli ospiti delle accoglienze del Sermig.


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